2/15 numericamente dalle maggioranze
LE MINORANZE NON SI DISTINGUONO NUMERICAMENTE DALLE MAGGIORANZE, UNA MINORANZA PUO' ESSERE PIU' NUMEROSA DI UNA MAGGIORANZANA. QUELLO CHE DEFINISCE LA MAGGIORANZA E' UN MODELLO AL QUALE CI SI DEVE CONFORMARE. AD ESEMPIO L'EUROPEO MEDIO, ADULTO, MASCHIO, URBANO. INVECE LE MINORANZE NON HANNO UN MODELO MA SONO UN DIVENIRE, UN PROCESSO. SI POTREBBE DIRE CHE NESSUNA E' UNA MAGGIORANZA. TUTTI IN UN MODO O NELL'ALTRO SIAMO IMPLICATI IN QUALCHE DIVENIRE MINORITARIO CHE CI TRASCINEREBBE VERSO VIE SCONOSCIUTE SE CI DECIDESSIMO A SEGUIRLO
"Conversazioni" Gill Deleuze et Claire Parnet
Ventisei gennaio 2010. Nella cassetta della posta troviamo queste tre cartoline. In questi giorni altre dodici stanno viaggiando, o sono già arrivate, in altri dodici appartamenti.
Nelle case precarie in cui viviamo vite precarie. Sappiamo che la distanza che ci unisce è parte di questa lotta per un divenire minoritario, per un divenire che non si arrenda alla grammatica culturale dominante e che non si conformi a quella del ghetto. Siamo consapevoli che nel attraversare costantemente le performatività dominanti diveniamo altro, altro ancora, e ci siamo vicine. Anche se sole al mondo, ci accompagnamo in questo viaggio e in questa scoperta.
La forza che ci unisce infondo è saperci sempre tutte e ovunque, ovunque tutte.
Sobre esto, Francesco WarBear me pasó esto hoy:
ResponderEliminarA cura di
Massimo Ilardi
Saggi di
Francesco Warbear Macarone Palmieri,
Angelo Petrella, Fabio Tarzia, Antonio Tursi, Giuseppe Scandurra , Emiliano Ilardi
"....Una minoranza sociale è una forma dell’agire, un precipitato micro sociale, l’aggregazione più immediata dove si coagula la dimensione collettiva di una società del consumo e dove si riorganizza il senso del gruppo ed il metodo dell’azione. È nella crisi dell’universo ‘sociale’ e delle sue categorie che esplode il fenomeno delle minoranze, che non hanno più nulla di minoritario o di subordinato e non sono più sulla difensiva, ma hanno l’ambizione di possedere il mondo, di esercitare egemonia attraverso un punto di vista di parte che produce immaginario, culture e mentalità. Si trasformano in potenze autoreferenziali, immanenti e che non rinviano ad alcuna dialettica politica o ad alcun trasferimento trascendentale dei loro obiettivi. Privatizzazione degli spazi pubblici, frantumazione del ‘sociale’, appartenenza culturale come valore primario che sa distinguere con chiarezza tra chi è amico e chi è nemico, assenza dell’azione politica che non riesce più a produrre strumenti di mediazione e di sintesi: se questa è la situazione allora c’è bisogno di un paradigma di lettura della società diverso rispetto al passato. Ed è il consumo a fornirlo. Perché sono il consumo e le sue culture individualiste, impolitiche, distruttive che definiscono oggi i nuovi attori e i nuovi conflitti...."
In uscita Mercoledì 27 Gennaio in tutte le librerie e ordinabile on-line
Informazioni: MIMESIS EDIZIONI
Vederci tutti viaggiando in una cartolina
ResponderEliminarogniuno con i suoi gesti e i suoi segni marcati nel viso é impressionante.
Grazie a presto
La forza che ci unisce infondo è saperci sempre tutte e ovunque, ovunque tutte
ResponderEliminarappena svegliata vedo le cartoline, il post
ResponderEliminare quello che attraverso le parole a volte puó sembrare solo un'idea
diventa realtá.
siamo un concetto d'espansione!
te amo
k
sono davvero impressionanti i ritratti e ancora non li ho visti! non vedo l'ora...quello che mi colpisce sono le espressioni dei volti di tutt@, ognun@ con dei segni indelebili e caratteristici che creano e trasmettono la unicita', poi c'e'anche del tridimensionale che mi fa' pensare che appena li guardi negli occhi escano dalla cartolina e tu li puoi toccare...
ResponderEliminarcome sarebbe bello
senTiAmo
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la Gina e Piero hanno ricevuto il pacco bomba.
ResponderEliminarsono stata sconnessa in questi giorni di nuovi arrivi …dopo un lavoro lungo di spostamenti, incollamenti e spedizioni.
ResponderEliminarl'ho fatto perché siete parti mancanti ...e tendo verso questa idea di minoranze come "punti di vista di parti che producono immaginari e culture..." continuamente.
non so se è triste sentire: la mancanza, preferisco pensare che sia felice.
e spero che i pacchi siano davvero COMEBOMBE e che in quanto bombe ritornino in italia.
a proposito di questo, quattro giorni fa sono andata a sentire un dibattito al quale era invitata g. c. spivak in una libreria a belleville.
diceva che è molto pericolosa la de-contestualizzazione che sta avvenendo di certi racconti e vissuti o teorie.
dunque mentre il testo scritto da lei "can the subaltern speak?" viene considerato un saggio universalmente postcoloniale e di fondamento ai subaltern studies, ha specificato di averlo scritto invece principalmente con l’obiettivo di: DISTRUGGERE LA SUA CULTURA.
ha aggiunto che quello che sta avvenendo in francia dunque, tramite la traduzione dei suoi libri (e proprio in questo periodo specialmente) ma più che la traduzione il loro utilizzo nell'insegnamento, dipende da una mossa politica che serve oggi agli stati in crisi (come quelli europei) a evitare la potenza d’azione delle-i subalterne-i A QUESTA SOCIETA’.
un modo di utilizzare il “modello subalterno precostituito” de-contestualizzando i suoi racconti e le sue critiche (nel caso si spivak: rivolti alla realtà statunitense, indù e al colonialismo inglese) rendendolo così un MODELLO invece che un METODO.
cioè meno destabilizzante.
che queste bombe dunque: circolino, distruggano radicalmente, ritornino.
Diana muchisimas gracias por la citacion.
ResponderEliminaraqui una dedica:
http://www.youtube.com/watch?v=VND0iQ3rzoc&feature=related