viernes, 18 de septiembre de 2009
Grisélidis Réal
Traduzione dal francese all’italiano, fonte: wikipedia
Nata a Losanna nel 1929 in una famiglia d’insegnanti; Grisélidis raggiunge suo padre all'età di sei anni ad Alessandria d'Egitto, poi ad Atene, dove lui muore mentre lei ha solamente 9 anni. Ritorna a Losanna con sua madre e riceve da lei un'educazione molto rigida contro la quale si rivolta. Intraprende gli studi di Arti Decorative a Zurigo e si diploma nel 1949. Si sposa a 20 anni, ha un primo figlio nel 1952, si separa da suo marito e ha una figlia nel 1955 con un altro uomo. Durante un tentativo di riparare il suo matrimonio ha un secondo figlio nel 1956 ma tutto finisce ugualmente e divorzia. Avrà un quarto bambino nel 1959, ancora un figlio. Poi parte con sua figlia, il suo secondo figlio e il suo nuovo compagno, per la Germania. Si ritrova senza denaro, senza documenti e senza il diritto di lavorare, così nel 1961 decide di prostituirsi in un bordello clandestino di Monaco per nutrire i suoi tre bambini.
Viene incarcerata per avere venduto della marijuana a soldati americani e viene poi rimpatriata in Svizzera dove continua a prostituirsi per qualche tempo. Ha cominciato a scrivere in prigione e a dipingere. Tenta di lasciare la prostituzione per dedicarsi alla creazione artistica.
Il suo primo libro, Le Noir est une couleur -Il Nero è un colore- (Balland, 1974) è un lavoro autobiografico.
Durante gli anni ‘70 Grisélidis Réal diventa un attivista, una delle sobillatrici della "Rivoluzione delle prostitute" a Parigi: 500 prostituite occupano la Cappella San Bernard nel giugno 1975 e richiedono la riconoscenza dei loro diritti. Rigettando l'argomento secondo cui una donna si prostituisce solamente se è obbligata dal protettore, dichiara che la prostituzione può essere anche una scelta, una decisione. Considera importante ciò che riportano i suoi documenti ufficiali cioè che non solo è scrittrice ma anche "péripatéticienne" -prostituta-, che considera come una seconda professione.
Appare, filmata nel suo appartamento nel 1975 o 1976, alla fine del documentario: Prostitution di Jean-François Davy.
Grisélidis porta la sua "Rivoluzione" a Ginevra nel 1977 e riprende la prostituzione, attività abbandonata sette anni prima. È una delle fondatrici nel 1982 dell'associazione in difesa delle prostitute: Aspasie. Ha esteso la sua battaglia partecipando a conferenze internazionali, parlando di ciò che considera come il suo mestiere nelle università concedendo numerose interviste ed animando delle riunioni pubbliche. Nel suo piccolo appartamento dei Pâquis, crea un centro internazionale di documentazione sulla prostituzione.
Parallelamente a questa battaglia politica, Grisélidis Réal ha sempre rivendicato un ruolo sociale della prostituzione che considera come un'attività che alleggerisce le miserie umane e che ha la sua importanza. Nel 1977 scrive: “…la prostitution est un acte révolutionnaire” -...la prostituzione è un atto rivoluzionario-.
Ha sviluppato una visione positiva di ciò che ha chiamato nel gennaio 2005 (nella prefazione di Carnet de bal d'une courtisane, Taccuino di ballo di una cortigiana) “un Art, un Humanisme et une Science” -un’Arte, un Umanesimo ed una Scienza-. Ma riconosceva anche il lato sordido del suo lavoro, di cui parlava in termini crudi. Lontano da ogni caricatura e da qualsiasi posizione morale, col suo spirito libero e senza compiacenza, ma attraverso una generosità autentica, Grisélidis Réal ha incarnato una vera visione della dignità umana.
Grisélidis Réal smette di prostituirsi nel 1995 all'età di 66 anni dopo trent'anni di attività, quattro bambini ed undici aborti. Tre anni prima, nel 1992, pubblica La Passe imaginaire -Il Passaggio immaginario-, raccolta di lettere inviate all’amico Jean-Luc Hennig tra l'estate del 1980 e l’inverno del 1991. Un secondo volume Les Sphinx -Le Sfingi- riunisce le lettere che lei gli ha scritto a partire dal giugno 2002, l'ultima è datata 26 maggio 2005. Muore di cancro il 31 maggio 2005.
Mettendo dell'ordine nei suoi documenti, i figli scoprono dei manoscritti inediti di cui uno viene pubblicato nell’ottobre 2008: Suis-je encore vivante? Journal de prison -Sono ancora viva? Giornale di prigione-; si tratta in effetti della sua prima opera, scritta all'epoca della detenzione in Germania.
Opere:
• Le Noir est une couleur, Paris, Balland, 1974 ; Lausanne, Éditions d'en bas, 1989; Paris, Verticales, 2005.
• La Passe imaginaire, Vevey, L'Aire/Manya, 1992; Paris, Verticales, 2006.
• À feu et à sang, recueil de poèmes écrits entre mai 2002 et août 2003, Genève, Éditions Le Chariot 2003
• Carnet de bal d'une courtisane, in "Le Fou parle" 11 (décembre1979); Paris, Verticales, 2005.
• Les Sphinx, Paris, Verticales, 2006.
• Le carnet de Griselidis, paroles de Grisélidis Réal et Pierre Philippe, musique de Thierry Matioszek et Alain Bashung, chanson interprétée par Jean Guidoni sur l'album "Putains", 1985.
• Suis-je encore vivante? Journal de prison, Paris, Verticales/phase deux, octobre 2008.
bravissime :)
ResponderEliminarvi pasto sul mio blog.
questo l'avete visto?
http://video.google.com/videoplay?docid=-8003715390866571232#
- Accueil, siège social et adresse postale:
ResponderEliminar14 rue Lafon
31000 TOULOUSE
- Adresse électronique :
association@griselidis.com
- Nos numéros de téléphone n’ont pas changé :
Tel/ Fax : 05 61 62 98 61
Portable : 06 71 59 27 36
Conocí esta asociacion hace unos años , os dejo los contactos... Estan haciendo un trabajo importantíssimo, incansable con el tema de la deportación de las prostitutas emigrantes en Francia. En el país que "nos ilumina" con la carta de los derechos humanos, el exercicio de la prostituición no es un delito pero si la promoción del servicio. "Un pez que se muerde la cola", una excusa para deportar las prostitutas emigrantes, pobres y negras. En esos juizios rapidos y massivos (limpieza etnica, campos de exterminio) havian minimo 5 chicas por juizio. la mayoria no hablavan francés, no se vió una mujer blanca acusada. Acompañe a las activistas de Griselidis para dar suporte a las chicas y para demonstrar a los señores y señoras de la lei que estabamos ahi mirando y documentando su crueldade. juizios uno tras el otro, maximo media hora, a las acusadas ni se las hacian sentar, de pié, despatchando, todas con la misma sentencia_culpable, todas deportadas, la mayoria con una amenaza de muerte al retornar a su país de origen .Hacia mucho frio esos dias, las chicas vestian con camisetas de cuello alto y pantalones (ropa con la cuál habian sidos detenidas en la noche anterior) se les juzgaba por acercarse a un coche o simplesmente por estar pasando por una calle a las 02h de la madrugada. Todas las chicas eran negras, aun asi, en el pais bierzo de la democracia, todas las mujeres son potencialmente prostitutas y sujetas a seren condenadas por llevar una mini falda o maquillaje salido del beije, no va a ser que esteen promoviendo o promocionado la prostituicion
Como se puede legalizar un servicio y ilegalizar la promoción del mismo.
impotencia, hipocresia y verguenza injusticia, racismo y misoginia
azul, blanco y rojo
Gracias Slavina por darnos a conocer este documental y gracias anónimo por los contactos y tu cuento directo de lo que pasó en aquellos días.
ResponderEliminargrazie slavina per il documentario, ci e' caduta una lacrimuccia, ojalá todos el mundo de la prostitutición fuera así.
ResponderEliminarJo grazie pure a te per farci conoscere questa donna
baci dalla ciudad comdal
Par rapport au bleu, blanc et rouge ...nous sommes d'accord. Merci aussi pour les contacts, Toulouse pour maintenant elle est lointaine mais il faut y aller même pour l'activisme dont tu parles et des collaborations possibles... Merci de cœur
ResponderEliminarmoi aussi «I like to fight»