viernes, 18 de abril de 2014

17 aprile 2014 - arcipelaghi postesotici

La pelle è un tessuto

Neanche oggi sembra di essere a Parigi. Sembra estate nel patio di fronte decine di binari paralleli su cui i treni passano lentamente, il tavolo sullo sterrato, i gatti, un filo di lampadine sospeso. 
Le isole saranno leggere. Di pomeriggio siamo tornate a casa portando dieci chili di ovatta con cui riempiremo l’involucro di stoffa delle isole. Renderemo morbidi i nostri ricordi duri (http://lara-bia.tumblr.com/arms). 
Le isole saranno sospese nella corte interna del terzo piano del Bâtiment B a Paris8, un’università di banlieue.
Le isole saranno dei focolai di riscatto anche se l’università ci ha imposto, per norma, di tutelarle dalle tentazioni incendiarie di chiunque. Non esistono luoghi liberi di esposizione.
Nella sala internet dello Shakirail c’è una mappa dell’Australia e i lampadari sembrano arnie di api. Non sembra Parigi, ma, dice Perla, non sembra neanche nessun altro posto. 
Tocco la spalla di Anton perché si faccia un poco più in là. Mentre mi incastro tra la sua spalla e il suo fianco, penso al modo in cui abbiamo disposto i tessuti per comporre i fondi rossi. I nostri letti sono come delle isole. Ieri sera Lara ge mi diceva che la superficie delle isole dovrebbe essere fatta da corpi allungati, vicini, dovrebbe essere corporea. Chiudendo gli occhi per addormentarmi, ho avuto la visione di un paio di forbici che tagliava la mia pelle tesa. La pelle è un tessuto. La superficie delle isole sarà composta da tessuti dei colori delle pelli. 
+ INFO: iles-postexotiques
shakirail, paris.

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