viernes, 25 de abril de 2014

24 aprile 2014 - arcipelaghi postesotici

amare        
Sono giorni che chiediamo a chi incontriamo a Château Rouge – sarti, griots, signore che fanno la spesa, amanti, cuochi - che cosa significhi “exotique”, visto che dappertutto nel quartiere, sulle insegne, nelle serrande, sui vetri dei negozi, sulle tende c’è scritto “Produits exotiques”.
Nessuno ha idea, se non vagamente, di che cosa si intenda. Fino a ieri quando Dicko, un amico senegalese conosciuto à rue Doudeauville, parlando con Annarita di integrazione e discrezione, ad un certo punto ha detto: in ogni caso a noi africani ci vedono sempre come exotique.
Per lui, exotique è un termine peggiorativo: “si tu me vois comme exotique, ça veut dire que tu me rejettes. Exotique è chiunque non possa passare inosservato (celui qui ne passe pas inaperçu). E’ una differenza visuale, qui fait du tape à l’œil, è una differenza che non può essere integrabile».

Esotico è un termine che serve ai bianchi per definire ciò che proviene e che si trova tra il tropico del Cancro e il tropico del Capricorno. Il capitalismo si basa sulla voglia di integrare, cioè di dominare ogni differenza.

«E’ questione di colore della pelle?»
«Non solo, perché per esempio gli Antillesi, che pure sono neri, non sono exotique perché sono di culture française. Hanno la cittadinanza francese. Exotique è chi ha una cultura africana e la mantiene. Bisogna uscire dal metrò di Château Rouge per capire come vivono gli africani. Se sei nel 6 arrondissement vedi dei bianchi tutti civilisés. Conosco queste differenze perchè faccio le consegne delle pizze dappertutto a Parigi». 
Exotique, secondo Dicko, non ha una connotazione religiosa: una donna con il burqa non lo è, anche se la sua differenza non è integrabile in Francia e salta agli occhi.
Si diventa esotico per la lingua e l’accento, il colore della pelle, i vestiti e lo stile, un certo modo di comportarsi e relazionarsi con gli altri tutti i giorni.
“Se vai a casa degli africani, ti invitano a mangiare senza neanche chiederti il nome”.
“Questo ti rende exotique?”
“No, questo non è exotique”.
“Se perdi il lavoro e sei africano non resterai mai solo, come capita ora ai bianchi con la crisi”.
“Allora questo è exotique?”
“No, non è questo”.
Exotique è un certo modo, typiquement africain, di comportarsi ogni giorno, di non “perdersi” nel mondo capitalista e di di/mostrare questa resistenza.
Dicko non ci ha detto di più.
                                               

thank you, with all you I'm happy


                                 

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