miraggi e ormeggi
anche oggi è
iniziato tagliando.
Un vestito marrone
chiaro, con una cerniera centrale, quattro tasche, stile avventura coloniale
anni ‘20, il vestito da “antropologa” di vesna. Sacrificato, in nome di tutto
il sapere che rappresenta, per diventare una parte del corpo dell’isola postesotica
di QUI.
Il taglio degli occhi. Il bianco che tutti abbiamo in comune, poi iridi castane e coloratissime, pupille nere. Kiarù si mette alla macchina da cucire professionale con il rocchetto rosso. Le venature all’inizio impressionano, ma è il rosso che quegli occhi hanno visto, il rosso che li rende inquieti.
L’isola di QUI ha un corpo, un’infinità di occhi sempre attenti, delle cerniere aperte come i silenzi, dei seni pieni di brillantini, una bocca vulcanica. Degli ormeggi e delle corde su un lato, perché l’isola non è accessibile in tutti i punti.
Il taglio degli occhi. Il bianco che tutti abbiamo in comune, poi iridi castane e coloratissime, pupille nere. Kiarù si mette alla macchina da cucire professionale con il rocchetto rosso. Le venature all’inizio impressionano, ma è il rosso che quegli occhi hanno visto, il rosso che li rende inquieti.
L’isola di QUI ha un corpo, un’infinità di occhi sempre attenti, delle cerniere aperte come i silenzi, dei seni pieni di brillantini, una bocca vulcanica. Degli ormeggi e delle corde su un lato, perché l’isola non è accessibile in tutti i punti.
desde granada os echo de menos
ResponderEliminarun abrazo