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lunes, 2 de mayo de 2016

RADICI NEL MARE. diario

iniziamo a montare di mattina.
a poche ore dall'inaugurazione le meduse sono per terra, la casa non ha la porta, la rondine non ha pancia.
siamo in alto mare.
un chiodo dopo l'altro perché le tavole botaniche stiano in equilibrio.


cuando che te le vede le robe
no l'è come spiegarle
te le fa
a spiegarle somee che sia complicae
invis co te vist no l'e complicat


recuperare memorie.
tutti i materiali per la mostra sono stati recuperati.
hanno avuto delle storie prima di noi.

andare per strada guardando con attenzione le cose lasciate agli angoli, trovare sempre cassetti,
raccogliere i centrini tra parenti e amiche.
disfare le maglie di vecchi maglioni delle persone intorno
sfoderare materassi delle nonne lasciati in soffitta
strappare i giornali: la maniera migliore di usarli negli anni del berlusconismo

la radice del giardino ora sta sospesa in via santa felicita
mentre i tentacoli delle meduse si radicano
come se fossero in acqua

trasformare i pizzi
come quelli che faceva mia nonna
mia nonna che non ha mai visto il mare, io che non ho mai visto mia nonna

riciclare e’ una necessita e una pratica di vita
dare nuova vita alle storie non viene da una nostalgia
fare dei nodi tra il passato e il presente ci serve per avvicinare storie di migrazioni e di esodi
per riassemblare pezzi di vita in sequenze che raccontano il nostro quotidiano
per creare economie condivise.

grazie al mare di amici che sono arrivati, tantissimi…

radici nel mare, di ideadestroyingmuros
la mostra resta aperta dalle 17 alle 20 tutti i giorni.
contatto per visite e vendite:  320 7963270/ 335 389314

















miércoles, 28 de diciembre de 2011

Corpi, voci e sguardi che attraversano frontiere

Cuerpos, voces y miradas que atraviesan las fronteras

Hemos creado un espacio participativo, creativo y reflexivo para repensar sobre las migraciones, identidades, fronteras, racismos, violencias, descolonización, despatriarcalización, feminismos y precariedad.
Con este proceso colectivo hemos querido acercar a la universidad y a la sociedad las experiencias y teorías de las fronteras hechas por nosotras mismas.
Nos negamos a ser victimizadas o invisibles. Nos negamos a ser objetos de estudio y de investigación y a ser cifras estadísticas. El asistencialismo y el paternalismo en todas sus vertientes nos quitan autonomía y autodeterminación de nuestros cuerpos y pensamientos.
Vivimos los márgenes de manera compleja, positiva, creativa y en constante transformación. A partir desde nuestras vivencias queremos construir colectivamente nuestras teorías y nuestras practicas fronterizas.
En los collages colectivos vemos reflejadas nuestras practicas políticas, pedagógicas y criticas frente a las fronteras físicas y mentales, visibles e invisibles.
La primera acción que hemos realizado es la de compartir entre todas las fotos que mas representen nuestras historias.
Posteriormente nos reencontramos físicamente para hablar y escucharnos, fuimos capaces de compartir y romper simbólicamente recuerdos, seres queridos, lugares y leyes que nos atraviesan.
Este acto nos permitió de poner en común y arrancar nuestras intimidades, aunque diferentes, y con esto de lograr colectivamente nuevas formas de ser creadoras de nuevas autorepresentaciones en distintos collages.
Esta acción nos permite de negarnos en cuanto seres definidos por identidades cerradas nacionales, sexuales y únicamente en relación al capital. Este proceso colectivo nos permite avanzar a través de dudas y luchas comunes.
El formato de cada collage es reivindicativo y tiene sentido en su posibilidad de ser enviado por correo, de llegar a otros lugares, de atravesar fronteras y consciencias.
El collage para nosotras ha sido la recreación de nuestras vidas, sueños, luchas y la recreación misma del mundo y mundos




 

Corpi, voci e sguardi che attraversano frontiere

Abbiamo creato uno spazio partecipativo, creativo e riflessivo per ripensare migrazioni, identità, frontiere, razzismi, violenze, decolonizazioni, depatriarcalizzazioni, femminismi e precarietà.
Con questo processo collettivo abbiamo voluto avvicinare all'università e alla società esperienze e teorie frontaliere create direttamente da noi.
Ci opponiamo ad essere vittimizzate o invisibili, ad essere considerate oggetto di studio e ricerca o cifre statistiche.
Assistenzialismo e paternalismo, in ogni loro forma, impediscono ai nostri corpi e ai nostri pensieri autonomia e autodeterminazione.
Viviamo i margini in maniera complessa, positiva, creativa e in costante trasformazione. Intendiamo costruire collettivamente teorie e pratiche frontaliere a partire dai nostri vissuti.
Nei collages collettivi vediamo riflesse le nostre pratiche politiche, pedagogiche e critiche rispetto alle frontiere fisiche e mentali che ci attraversano, visibili e invisibili.
La prima azione che abbiamo realizzato è di condividere le foto che più rappresentano le nostre storie.
In seguito ci siamo incontrate fisicamente per parlare e ascoltarci, siamo state capaci di rompere simbolicamente ricordi, esseri amati, luoghi e leggi che ci attraversano.
Questa azione ci ha permesso di mettere in comune e strappare le nostre intimità, anche se diverse, e di essere creatrici di nuove autorappresentazioni.
Ciò ci permette di negarci in quanto esseri definiti da identità serrate nazionali, sessuali e unicamente in relazione al capitale.
Il processo collettivo ci permette di avanzare attraverso dubbi e lotte comuni.
Il formato di ogni collage è rivendicativo ed ha senso nella sua possibilità di essere inviato per posta, di arrivare in altri luoghi, di attraversare frontiere e coscienze.
Il collage per noi è la ricreazione di vite, sogni, lotte, è la ricreazione stessa del mondo e di tanti mondi













































Collages presentes hasta el 20 de enero 2012 en la sala de exposiciones de la Facultad de ciencies sociales de Valencia, Av. Tarronger 4b