wati b, continue toujours, continua sempre, never give up
la mattina dell'installazione telefona morgan e ci
svegliamo.
andiamo all'atelier, c'è la luce come in
una serra e c'era la gatta, la gatta di mery, che dormiva sull'isola tutta piegata sul divanetto. queste isole sono rifugio. ormeggio. in questi giorni, dato che qui piove a dirotto, sembrano anche un miraggio.
l'installazione des iles è stata magica e pazza. significa che quando immagini qualunque cosa, la puoi realizzare. un sacco di persone sono arrivate ad aiutarci. poi i tessuti non
bastavano, la macchina era da spostare, livia è andata a prendere 3 lenzuola matrimoniali da
tagliare per fare le trecce che mancavano.
ce l'abbiamo fatta.
all'inizio ci avevano proposto di esporre le isole nella hall des expositions all'entrata dell'università, una vetrina istituzionale consacrata all'arte. quando ci siamo iscritte al centro studi di genere, cinque anni fa, in quello stesso spazio ci si fermava per la raccolta firme per sostenere gli studenti sans papier o per i logements sociaux.
abbiamo insistito perchè le isole occupassero lo spazio vuoto del batiment B2, perchè stessero proprio li' dove siamo passate noi, un miliardo di volte, per seguire i corsi, per chiedere informazioni sulla nostra iscrizione. e' uno spazio decadente e grigio, sicuro e sporco, come la france.
volevamo che le isole entrassero in dialogo con il contesto, proponendo degli altrove, immaginari e reali.
volevamo che le isole entrassero in dialogo con il contesto, proponendo degli altrove, immaginari e reali.
il vernissage delle isole è tutte le volte che qualcuna/o le guarda e pensa, come noi, che chi perde trova.
la sera sono andata allo shakirail. ero ancora troppo stanca
dall'installazione. inizia a diluviare, escono di nuovo due
arcobaleni, e inizio a sistemare e a pulire, aghi a non finire, tessuti
come se piovesse. nel cumulo di vestiti rimasti per terra in atelier ci ho trovato pure 2
preservativi. forse qualcuno veniva a scopare sulle isole. che idea.
alla fine ho avuto una
sensazione magica, qualcosa tra il vuoto, la disperazione e la gioia.
pulire, lasciare spazio a nuovi progetti, fare largo, reinventarsi le
ore, i corpi, le telefonate.
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