io e salomé siamo sul
binario 6 aspettando il treno EN 220 Venezia-Paris Gare de Lyon. Ci abbracciamo
e baciamo. Un tipo nero ci viene incontro e mi guarda sorridendo. Non si
capisce se sta ammiccando o che. Da vicino ci dice qualcosa: il papa non
sarebbe d’accordo. E io penso: i nostri padri! E lui: no no il Papa. Io sono
musulmano, ma il Papa non approva che voi che siete le stesse…uomo e donna,
bambini, famiglia, provate siete ancora giovani. Ce lo dice sorridendo e io
salgo sul treno riflettendo sull’enigma: sarà meglio qualcuno che si ferma a
parlare con noi, anche invitandoci alla conversione, oppure quelli che non ti parlano
neanche e poi hai paura che ti picchino? Il viaggio fino a Milano è stato tranquillo. Poi salgono
due donne nere, congolesi, una ha le ciglia cosi lunghe che non posso che
guardarle continuamente mentre mi parla. Hanno più o meno 4 enormi valigie a testa,
elles font du commerce de Naples vers l’Afrique. Il viaggio verso l’arcipelago
postesotico è postesotico. Tre donne nere e tre donne bianche, le bianche sotto
nei posti più scomodi, le nere su in quelli più ampi. C’è anche un bambina nel
nostro vagone, clandestina.
La povertà mi fa
paura, i cattivi odori. Il treno è una pratica disorientante di intimità con le
sconosciute, con i loro piedi, le scarpe, gli aliti, una pratica di intimità con il mondo.
+ INFO: iles-postexotiques
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