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martes, 3 de noviembre de 2020

borrador battonz kabaret - el documental

somos muy felices de difundir el documental del borrador battonz kabaret. en él hay un pedacitos de todas las personas que hemos encontrado, que nos han acogido durante las giras del kabaret, que nos han acompañado en los años de su realización y con las cuales hemos reflexionado sobre feminismos y vida.

el documental es un trozo de nuestra historia, tejida juntas con todas estás personas y sin las cuales no hubiéramos podido realizarlo.
 
agradecemos nuestras madres por el amor, los conflictos y la infinita disponibilidad a ser nuestras interlocutoras.
por el cuidado que hemos intentado traducir en este documental.
 
en este año así complicado agradecemos el @gva_consorcimuseus por sostener la cultura y confiar en nuestro trabajo.
 
y agradecemos keurgumak, nuestro cotidiano comunitario por el continuo aprendizaje y lucha para tener memoria de los y las antepasados/as como valerie solanas y practicar el cuidado con amor.
 
 
las battonz ya están aquí!! siempre han estado
 
 

miércoles, 16 de diciembre de 2015

BORRADOR BATTONZ KABARET - en la tetera


 este año no tenéis ideas para hacer regalos inteligentes a vuestra gente querida?
de manera del todo excepcional mamá noel trae las battonz a valencia!


regaladle la entrada (muy barata)!
... tus padres no olvidarán nunca estas navidades!


regaladla también a la gente menos querida, tendrá efectos positivos para el 2016!

os esperamos en la tetera (cerca de torres de cuart)
en calle carniceros, 15
valencia


INFO EVENTO: https://www.facebook.com/events/966808153388059/

viernes, 6 de noviembre de 2015

III CONGRESO INTERNACIONAL ESTÉTICA Y POLÍTICA: METÁFORAS DE LA MULTITUD /// “keurgumak – una casa grande diferentemente comunitaria”.

el jueves 12 de noviembre a partir de las 19 en el salón de acto de la facultad de bellas artes de valencia estaremos presentando “keurgumak – una casa grande diferentemente comunitaria”.
un texto y un fragmento de un pequeño documental que estamos haciendo sobre keurgumak, (casa grande en wolof).
se trata de un espacio atravesado por personas de diferentes origenes y situado en el contexto valenciano, por lo tanto en un pais del europa occidental.
es un ejempio de "vivir de manera diferente lo comunitario". diferente respecto a la nuova disposición "comunitaria" regulada por la unione europea en terminos institucionales, y diferente respecto a la organización comunitaria familiar desarrollada a partir de la segunda guerra mundial en el contexto industrializado occidental en la familia nuclear.

aquí el programa

miércoles, 13 de mayo de 2015

BOZZA BATTONZ KABARET in italia!



dopo 10 anni di progetti e vita insieme...
ideadestroyingmuros-armsidea veniamo in italia a presentarvi il bozza battonz kabaret,
la nostra rivisitazione del manifesto s.c.u.m. di valerie solanas!
se già ne avete sentito parlare questo è il momento di venire a vederlo,
se non sapete minimamente cos'è... venite a sorprendervi!

ci trovate:
sabato 23/5 ROMA nuovo cinema palazzo 21h a Genderotica con Eyes Wild Drag
domenica 24/5 MARINO csoa ipo' di marino 21h con Le rosse
mercoledì 27/5 NAPOLI ex-asilo filangieri 20.30h
venerdí 29/5 BOLOGNA atlantide 22.30h con Betty&Books e Laboratorio Smaschieramenti
martedì 2/6 TORINO la cavallerizza reale 21h con Maurice GLBTQ e Altereva

 


qualora ci ricordassimo di valerie solanas è per essere l’autrice del tentato omicidio di andy warhol, sparò tre colpi, ferendolo gravemente. noi vogliamo ricordarla soprattutto per essere l’autrice del manifesto s.c.u.m., nel quale si basa questo kabaret.
s.c.u.m. è uno spazio utopico, uno stato d’animo. s.c.u.m. dichiara guerra aperta alla nostra società al regime carcerario con pareti morbide e invisibili, alla noia del sogno americano, ovvero occidentale, alla potenza egemonica dei maschi eterosessuali, bianchi e ricchi. valerie spara a bruciapelo, dall’inizio e senza preavviso, attraverso il linguaggio della strada, tagliente e senza formalismi, senza la benché minima indulgenza verso la decenza borghese.
dopo l’attentato a warhol, le femministe nordamericane si divisero tra la solidarietà e il ripudio verso di lei. alla sua uscita di prigione, valerie era furiosa con le femministe, perché l’ avevano ridotta o a uno sbaglio da evitare o a un modello a imitare, “non hanno capito che ho realizzato un’opera d’arte”.
agli occhi di valerie, le rivendicazioni femministe delle donne bianche, di classe media erano insufficienti. puzzavano troppo a buona coscienza medio borghese. valerie sapeva bene la trappola che suppone sommettersi definitivamente alle condizioni esistenti, stabilite per il macho. o tutto o niente.
valerie propone concludere con lui e con un mondo fatto a sua misura.
questo kabaret tra le altre cose, è un omaggio a valerie solanas, mendicante, puttana, tossica e pazza con l’intenzione di riscattare la sua opera d’arte e despatologizzare s.c.u.m..

e battonz che significa?
battonz è un'attitudine che emerge tra amiche quando avevamo più o meno 17 anni, vale a dire verso la fine degli anni 90. battonz per noi è simile alla parola marpiona, è la modificazione della parola battona.
l'emancipazione sessuale di quelle che battono i marciapiedi', cioè all'epoca del femminile bianco occidentale, ha rappresentato per noi e per anni l'unico processo di autonomia femminile visibile. il termine battonz prende in considerazione perciò anche tutte le prostitute che abbiamo visto ai bordi della pontebbana, una lunga strada grigia che univa i paesetti dell'italia del nord-est in cui vivevamo. negli anni '80 battevano su quella stessa strada carla corso e pia covre, pioniere nella lotta per i diritti civili delle prostitute.
battonz è anche un termine di autodeterminazione femminista che ci ha portato a creare relazioni più consapevoli e sane con gli altri. nel 1977 mario mieli in "elementi di critica omosessuale" definisce la sua interpretazione del termine battonare. la definizione che dà è, per certi versi, simile a ciò che noi intendiamo per battonz. battonare significa cercare, spostarsi, essere conosciute-i, mostrarsi, illuminare, essere in attesa di qualcuno da amare.
battonz è anche una pratica femminista di resistenza quotidiana nata e diretta contro i contesti sessisti radicati nel nord italia e nel nord europa. la nostra esperienza vede le società del nord come degli ambienti in cui i femminili non-occidentali, la sessualità femminile occidentale e la vita, più in generale, sono delle caratteristiche svalutate. sebbene l'idea di maschilismo sia comunemente associata a dei contesti meridionali, troviamo che il settentrione sia caratterizzato da un tipo di sessismo strutturale che sottomette sia le donne occidentali che i femminili non-occidentali a dei processi di mascolinizzazione costanti.
la transizione liberale dei paesi dell'europa dell'ovest mette in questione anche la sessualità e si è prodotta attraverso due tipi di mentalità diverse: una prevede il sesso come tabù, ciò che mantiene l'oppressione femminile e un intero sistema di valori basati sulla non parità strutturale, l'altro è un liberismo estremo, soprattutto nei rapporti interpersonali e sessuali, che conduce al consumo e al desiderio costante di qualcosa di nuovo, anche sul piano relazionale o in termini di amore.

l'attitudine battonz ci permette di organizzarci nella ricerca di nuovi riferimenti, soprattutto per sviluppare risposte diverse da quelle già proposte in occidente sul piano culturale. essere donna in europa occidentale ci sottopone continuamente alla dicotomia tra santa e puttana. la figura della madre in europa occidentale ha portato necessariamente a coinvolgere le donne nel sostegno di un dato sistema di sviluppo di origine coloniale e basato sullo sfruttamento.
l'attitudine battonz ci ha spostato in una nuova posizione sia ironica che critica rispetto al sistema di valori in cui siamo cresciute. questo è anche un posizionamento che ci permette l'incontro con altre diaspore attraverso una capacità ironica che cerchiamo di condividere con le-gli altre-i. questo posizionamento ci situa nella ricerca di qualcuno che ci aiuti a smantellare i valori bianchi del liberalismo europeo a cui siamo legate e di cui, crescendo qui, siamo in qualche modo i simboli. inizialmente, l'incapacità di trovare il nostro posto nei ruoli di madre, santa o puttana ci ha fatto sentire pazze, non volute o diverse.
tuttavia, si tratta di un'attitudine che ci dà nuove risorse da condividere, soprattutto in termini di lotta femminista impostata in una prospettiva postesotica.


+ info: www.ideadestroyingmuros.info

domingo, 15 de febrero de 2015

postcolonialitalia-archivi del futuro

Archivi del futuro: il postcoloniale, l'Italia e il tempo a venire
convegno internazionale postcolonialitalia
Università di Padova, 18-20 febbraio 2015

Archivi del futuro invita studiosi delle scienze umane e sociali a sondare la presenza e le potenzialità del pensiero e delle pratiche d'intervento del paradigma postcoloniale nel contesto italiano. Scopo principale del convegno è promuovere un'analisi dell'impatto della prospettiva postcoloniale su forme, modi e contenuti del sapere nella tradizione culturale italiana, e incoraggiare aperture critiche su un presente che, anche attraverso la letteratura e le arti, si interroga sul proprio futuro.

All'origine del progetto postcolonialitalia, da cui nasce questo convegno, sta la tensione fra il potere normativo dell'archivio e la possibilità di rinnovarne i contenuti, nonché l'urgenza di scardinare una lunga tradizione accademica di protezione delle conoscenze e dei confini delle discipline, che ostacola occasioni di confronto ed eventuale condivisione transdisciplinare di criteri d'indagine e di produzione di significato.

Il convegno sonda inoltre la possibilità di inflettere la prospettiva postcoloniale con uno sguardo dal sud Europa, dove il sud è inteso come spazio teorico d'indagine piuttosto che come un'area geopolitica identificabile o delimitata – un luogo della cultura e della storia connesso alla nozione di sud globale, che fa riferimento alle molteplici realtà postcoloniali del mondo contemporaneo. Da tale prospettiva prova a leggere i nuovi volti di questo paese 'in transito', nell'intento di (ri)aprire i luoghi del sapere, della cultura e della politica.

lunes, 2 de febrero de 2015

Archives of the future: Italy, the postcolonial and the time to come postcolonialitalia international conference

los dias 18-19-20 de febrero estamos en padua presentando "arcipelaghi postesotici: confini italiani a sud e a est, frontiere sessuali e pratiche artistiche transnazionali" en el congreso "archives of the future: Italy, the postcolonial and the time to come" postcolonialitalia international conference.
+ INFO: aquí

 Archives of the Future invites scholars in the human and social sciences to investigate the role and the potential of postcolonial critical theories and practices in/for the Italian context. The main aim of the conference is to sound the impact of the postcolonial paradigm on forms, modes and contents of the Italian academic and cultural tradition, and to promote new critical perspectives that, by making visible the country's (post)colonial legacy, may produce an understanding of the workings of the present as it interrogates its (lack of) future.
The postcolonialitalia research project from which this conference stems investigates the tension between the normative power of the archive and the possibility to renew its contents, in the attempt to unhinge a longstanding academic tradition of defensive protection of disciplinary borders, which forecloses the possibility of confronting and sharing criteria of inquiry and meaning-production across different fields of study and branches of learning.
The conference also aims to inflect the postcolonial paradigm through a perspectival angle which we refer to as the 'European South': a provocative theoretical location, rather than an identifiable geopolitical region, connected to the notion of the 'global South' that has become a shorthand for the postcolonial peoples of the contemporary world. From this angle it tries to bring to light the new faces of a country 'in transit', and to offer new readings of its canons and archives, of the 'locations' of Italian culture.

with the collaboration of

domingo, 7 de diciembre de 2014

nuestra presentación para el debate armsidea - diana j. torres


armsidea es una faceta del colectivo ideadestroyingmuros.
un proyecto que nace en 2005, año en el cual algunas de nosotras se han ido de italia hacia españa y que recoge nuestra experiencia sobre performance y arte escénica.

llegamos en españa durante el comienzo de la política socialista de zapatero.
desde nuestra perspectiva el contexto español se proponía como una periferia resistente al proyecto europeo. en un primer momento nos daba la ilusión de otras posibilidades.
más allá de una relación exótica respecto al contexto español nos dábamos cuenta que en comparación a nuestra vivencia en italia (donde se habían alternado en 20 años los gobiernos de berlusconi o los de la izquierda moderada por un capitalismo suave), aquí se apostaba por la cultura, por atreverse a representar algo diferente de los cánones estéticos impuestos desde una cultura occidental clásica filo nórdica/imperialista.
esta condición al llegar en españa fue importante para pensar en algo tan básico como creer que también nosotras teníamos algo que contar y tomar en cuenta.

nuestra diáspora vio irnos de italia por razones culturales y relacionales (en italia los términos colectivo y feminismo daban y quizá dan todavía algo de alergia).
con respecto a la construcción de género y sexual llegábamos desde el nord est italiano que se proponía como un lugar de conservación de valores patriarcales nacionales como la familia de sangre, la productividad, la riqueza y el blanco hacía una integración al proyecto capitalista global de promoción de los valores meid in iuesei, como la espectacularización del cuerpo, del sexo y la mercantilización de la vida y de las relaciones.
en nuestra experiencia rebelarse a estas superposición de poderes no podía traducirse en invisibilizar nuestros cuerpos y nuestras sexualidades, ni tampoco enseñarlo como objeto de deseo. así que nuestra investigación empezó a centrarse hacía una forma de empoderamiento, de politización de nuestras vidas y de nuestras relaciones desde perspectivas feministas y anticapitalistas.

en 2005 si para españa era el año de la legalización del matrimonio entre persona del mismo sexo (y que significó por algunos y algunas aqui una ola de optimismo respecto a un progreso social hacia un modelo de desarrollo occidental) para nosotras recién llegadas de italia todavía resultaba extraño ver a dos mujeres besandose por la calle.
parecía que el estado español nos abriera la oportunidad de amar de la manera que quisiéramos (la homosexualidad era visible y la sexualidad era un asunto muy hablado en las universidades como en las peluquerías) pero con los años nos dio más la impresión de estar en el proyecto europeo occidental de democracia sexual.  un campo de cultivo donde gozar y que excluye el este de europa explotandolo y exprimiendo su diaspora.

desde 2007 género, feminismo y sexualidad han sido puntos importantes en los cuales hemos trabajado. nos involucramos activamente en visibilizar la lucha por la despatologización trans, los derechos por las prostitutas y el postporno... que vieron en el estado español un centro de investigación importante.

hicimos red con los colectivos que también estaban trabajando en estos temas y empezamos a representar nuestras vivencias desde una perspectiva no radicada en un contexto nacional, o sea como inmigrantes.
dentro a esta red de colectivos y de transiciones de relaciones afectivo-amorosas hemos intentado, en la línea del posible marcar unas diferencias, que eran reales, dadas por nuestras propias proveniencias. a veces nosotras mismas hemos caído en procesos de integraciones que han sido en el tiempo destructivos entre nosotras.
desde el tener conciencia de que teníamos algo que contar poco a poco esta posibilidad se tradujo en legitimidad, aunque fuera la red underground a reconocernosla. este hecho en el cotidiano significó compartir una lucha que a la vez sentíamos nuestra a la cual queríamos pertenecer y que en el mismo momento nos quería absorber. cada vez era un reto formar parte de una colectividad más grande y mantener nuestras características y motivaciones.
los procesos de integración implican reconocer y someterse a un modelo de desarrollo y de cultura a cambio de poder, legitimidad, visibilidad, privilegios, aunque entre pobres.
el sistema capitalista apuesta por el consumismo como valor identitario fundante, que todo se pueda consumir y que todo y todas podamos ser consumido, sin sentimiento de culpabilidad alguno. las diferencias que se involucran en un proceso de integración son fuerza motor. si esto se verifica significa que estamos ganando, que tenemos el control que somos parte activa de occidente. por esto nuestra posición es de quien pierde encuentra, encontrando en la pérdida una posición buena que nos permite realizar trenzas-alianzas.

como colectivo armsidea empezamos en la performance con la misma colaboración con diana j. torres que por un lado ha sido un empuje a romper algunos límites que nosotras misma necesitamos experimentar, por otro lado ha sido no tener en cuenta las diferencias entre nuestras historias y su historia que en aquél momento era de una persona radicada.

sin tener en cuenta como la sexualidad blanca ha construido explotación y dominación en sus desplazamiento coloniales y neocoloniales, pornocapitalismo es un ejemplo de performance que critica la construcción de una sexualidad spetacolarazida, estandarizada y globalizada según el imaginario sexual vinculado geopolíticamente al contexto específico italiano.

también en la performance pornodrama nos hemos cuestionado nuestra manera de vivir las relaciones desde la vivencia del drama como único canal de aprendizaje del amor. una manera de ser y aprender típica italiana.

en este sentido, nuestra última propuesta escénica, el kabaret, se ha enmarcado en un contexto menos vinculado a la nación de proveniencia sino a un plano más global europeo occidental. con el kabaret hemos trabajado sobre una crítica contro la homologación cultural nord-europea y al sujeto privilegiado blanco (hombre y mujer).

con los años nos hemos dado cuenta que las fronteras que legitiman o limitan los sujetos se han modificados rápidamente. para nosotras aquellos sujetos subalternos que reivindicaban el derecho a una sexualidad más posible/libre son los que se han convertidos en los consumidores de relaciones y son los que tienen facilidad de movimientos dentro las fronteras de europa occidental.
en este contexto occidental, urbano poca cabida tiene la revolución si sigue entrando en la misma lógica de desarrollo.

trabajar de forma política con la visibilidad de poder consumir de forma libre la sexualidad (con el post porno) no nos deja fuera de valores capitalistas.
nuestras experiencias respecto a estos valores han sido ambiguas porque si por un lado se quería poner en crítica la privatización de las relaciones a favor de un ilusorio compartir, por otro se propuso una poligamia sexual-afectiva enraizada en la monogamia cultural de “estado” o bien de un contexto de desarrollo. esta posibilidad de poligamia es posible solo entre códigos similares y familiares, entre unas fronteras occidentales y desde el mismo contexto político. Afortunadamente desplazandonos todo estos valores se caen dando la posibilidad de preguntarnos si son verdaderamente valores revolucionarios.  
el capitalismo con su poder absorbente ha involucrado las instancias de las minorías sexuales haciendo sus reivindicaciones banderas de libertad.
finalmente al proyecto europeo occidental, las luchas de las minorías sexuales han sido muy útiles para oponerse a los contextos extra europeo. la derecha norteuropea utiliza las políticas de los derechos lgtbq en contra a todo lo que no pertenece a occidente, contra al mundo árabe musulmán. por ejemplo el pink washing se ha traducido en una práctica occidental “civilizadora” de demostración de mayor libertad, un lavado de cara a su plan político de explotación y dominación colonial.
el mismo feminismo es una práctica nacida en el contexto occidental, urbano, blanco en respuesta al patriarcado, pero que si no se posiciona de forma explícita en contra de un modelo de desarrollo dominante tiene el riesgo de acabar sosteniendo los privilegios blancos capitalistas.
el racismo y la ignorancia no dejan espacio en tener referentes otros respecto a procesos colectivos y de relaciones.
no se puede limpiar el jabón con el jabón (nos comenta un amigo senegalés) no se puede cambiar un contexto que oprime sin quien es oprimido, sin desplazarse, sin perder nuestros roles privilegiados.

hoy en día nos preguntamos y nos ponemos a reflexionar conscientemente con quien hacer alianza, quien querer, que valores sostener y que valores perder.

las amistades y las relaciones de amor que estamos teniendo con nuestros amigos senegaleses bayefall (morudismo), nos están cuestionando desde el primer día sobre el valor y el significado de algunas herramientas que dábamos por hecho que fueran buenas como la poligamia occidental que a menudo está basada en el engaño y el silencio, prácticas sexuales como el sm, que tal vez puede tener un sentido respecto a su lugar de resignificación, alemania, respecto a su historia en la segunda guerra mundial y respecto a aquellos que se identifican en esto contexto pero que en frente a las historias de esclavitud y de la diáspora africana resignificarla no es posible. abrir el cajon y sacar un látigo como juguete en frente a una persona que tiene una historia de esclavitud respecto al blanco y occidente no es posible, aquel látigo no es un juguete y no representa el consenso, representa colonización, violencia y muerte. así por ejemplo la política de los espacios privado y público vivido cerca a gente sin papeles se redefinen, en este sentido nos preguntamos ¿quien tiene verdaderamente posibilidad de vivir y ocupar el espacio público? la malicia, la posibilidad de solucionar conflictos con la sexualidad, construir la confianza a partir del reconocerse familiares también en la economía, son valores de una europa occidental incrustados en consumir la vida misma.
cuestionarlos y problematizarlos en cuanto valores dominantes que se proponen como mejores y colonizadores es algo imprescindible si queremos tener posiciones anticapitalistas.

hacer frontera a la europa occidental desde dentro, resistir, crear archipiélago que no se construyan solo en la distrucción de un nordporncapitalism sino en la creación, es algo que necesita alianzas geopolíticas para encontrar y aprender otros valores de vida.
consideramos nuestras herramientas técnicas y tecnológicas como útiles no sólo para comunicar nuestros discursos sino como compartidas y al servicio de los discursos invisibilizados de nuestros amigos baye fall, por ejemplo.
vivimos el compartir como una práctica cotidiana continua de amor, donde no cabe la posibilidad privilegiada de elegir ‘hoy no’ pero sí hay espacio para la organización, la responsabilidad y el tiempo necesario para equivocarse, aprender y mejorar gracias a cada uno y cada una. de hecho vivimos en keurgumag (casa grande, en wolof), tres pisos vecinos y dos satélites donde idiomas, ollas, vasos, mantas y almohadas se mueven constantemente. todas las noches cenamos juntos como un ritual de cuidado.
nos volvemos a plantear la idea de sexualidad no como prácticas de goce en una relación o como una expresión de ruptura de tabúes tal vez exóticos, sino como una celebración de la confianza entre diversidades de clase, raza además que de género y sexo, que se quieren separadas en nuestro contexto y que queremos unidas.


viernes, 28 de noviembre de 2014

videoarmsidea 2005-2015 en dvd

en fin..., despues de 10 años produciendo hemos decidido sacar una recopilación en dvd de todo nuestro trabajo videográfico para mostrar parte de nuestros recorridos.
edición limitada de 64 copias numeradas, estampadas a mano y con mucho amor.
estaremos con ello y con nueva producción de camisetas battonz este sábado a partir de las 18:00h en La Llimera donde estará Diana con su taller y a las 21:00 nosotras con el borrador battonz kabaret.
os esperamos


jueves, 16 de octubre de 2014

archipelagos en luchas: las islas postexótica

archipiélagos en lucha: las islas postexóticas

"en cualquier caso también en otros lugares, incluso en un espacio expositivo tradicional, gracias a la práctica, a las formas y a los lugares de realización, las islas constituyen una manera de vivir la creación artística en conexión con una conciencia geopolítica, en contra del avance de éste sistema de desarrollo. las islas quieren dar coraje a los que, respecto a la francia colonizadora, vienen desde fuera - son "exóticos" en el sentido propio de la palabra - y tienen una historia que ha sido explotada, cancelada y sometida por la historia eurocéntrica y capital de la europa occidental."

arcipelagos en lucha: las islas postexóticas ES from videoarmsidea on Vimeo.

jueves, 3 de julio de 2014

BORRADOR BATTONZ KABARET despedida

aquí va nuestro querido kabaret.
en estos últimos dos años nos hemos ido con el por muchas ciudades de españa.
ahora las battonz se despiden (se toman una pausa) del kabaret para dar espacio a nuevos proyectos de vida, de lucha y de arte. os agradecemos el habernos acompañado en esta aventura. 
Las battonz queremos especificar que tras estos dos últimos años detrás de toda la gestión de cada evento hemos decidido que no queremos encargarnos más de esta búsqueda. Seguiremos siempre abiertas a valorar nuevas propuestas donde se propongan situaciones concretas y donde la cuestión económica esté asegurada.
Por esta razón y por la necesidad de abrir espacio a la gestación de nuevos proyectos decidimos despedirnos de esta etapa por todo lo alto y con todxs vosotrxs..
celebraremos la despedida en valencia este 
sábado 5 de julio a las 20h 
en el solar corona, calle corona 16, en el carmen. 
quien nunca lo vió animaros!!!!
gracias a todas aliadas y aliados que nos han suportado, big up aleksander green por las fotos, para este cartel también! sara galan luz y sonido de este kabaret

amule bayi, never giv ap !!!
os esperamos a todxs

...y para no olvidarnos...

"...al ser la vida en esta sociedad, en el mejor de los casos, un auténtico aburrimiento,
y al no ser ningún aspecto de ella relevante en absoluto para las mujeres,
a aquellas con mentalidad cívica, responsables y entusiastas sólo les queda derrocar el gobierno, eliminar el sistema monetario europeo, establecer la autogestión total y destruir el sistema patriarcal."
desde una "versión personalizada" del manifiesto S.C.U.M. de valerie solanas

lunes, 23 de junio de 2014

BORRADOR BATTONZ kabaret radiofónico

anita battonz tiburón se pira de valencia para ir a vivir en el norte de barcelona.
os quedan pocas ocasiones para volver a ver el kabaret...
puede ser que salga otro bolo en valencia pero por ahora solo podeis escucharlo
este miércoles 25 de junio a las 20:30 en Enredadas-RadioMalva 104.9 FM
on line www.radiomalva.org
el blog de Enredadas http://enredadasvalencia.blogspot.com.es/

battonz sound!!!
bless!!

jueves, 1 de mayo de 2014

entrevista por PAROLE DE QUEER

"Apostamos por la revalorización política de herramientas y materiales comunes, accesibles y cotidianos: los cuerpos de cada una, los idiomas, los periódicos, la ropa de segunda mano, los colchones, los maquillajes, las cosas que se pueden reciclar o recuperar, las calles... por battere*".

-"Nuestros sueños nos complican, ensucian, mojan, salvan, desplazan, cambian la vida" ¿Como llega a formarse un colectivo transcultural de militancia poética y activismo deseducativo como es Idea Destroying Muros?
-Día a día.

-Al grito de es "imprescindible posicionarse políticamente en la creación artística" desarrolláis vuestras ideas a través de vídeos, performance, escritura o el mismo cabaret, ¿podéis explicarnos más detalladamente este devenir polifacético?
-No es un devenir, somos polifacéticas porque somos siempre diferentes la una de la otra. Necesitamos expresar urgencias políticas y vitales propias en relación con cada contexto de referencia. Utilizamos medios diferentes por no entrar en una especificidad sectorial propia del capitalismo.
Por medio de una perspectiva feminista hemos convertido en disidentes algunas disciplinas dominantes como el vídeo, la fotografía, el dibujo, la traducción.
Se nos hizo necesario re-crear de forma autónoma algunas herramientas dando valor a prácticas artísticas, antropológicas, sexuales, consideradas marginales o devaluadas como las plantillas, la experimentación corporal, la autoetnografía, el maquillaje, el collage, el envío postal o la costura.
Apostamos por la revalorización política de herramientas y materiales comunes, accesibles y cotidianos: los cuerpos de cada una, los idiomas, los periódicos, la ropa de segunda mano, los colchones, los maquillajes, las cosas que se pueden reciclar o recuperar, las calles... por battere.

-¿Que importancia tiene para vosotrxs la lucha anticapitalista y las relaciones de poder y de que forma se refleja en vuestro trabajo en general?
-Nuestro anticapitalismo se ubica en haber crecido en un contexto fronterizo en la guerra fría que oponía el bloque capitalista occidental al bloque socialista del este. Después de la fecha simbólica 1989, caída del muro de Berlín el bloque socialista del este no supo sostener una alternativa económica e ideológica, por lo tanto hemos vivido un capitalismo italiano de matriz norteamericana y ahora un sistema capitalista comunitario europeo. 
No nos quedamos en una utopía de horizontalidad y de ausencia de dinero, tenemos referencias de realidades que han resistido y se han opuesto a un modelo único capitalista, "black panther", los saberes situados al este y al sur y que se han organizado de otra forma donde la flexibilidad de los roles implica responsabilidades compartidas.
Y económicamente desde una emancipación colectiva basada en retomar todo lo que nos quitan cada día a nosotras y a todas aquellas vidas sumisas y explotadas.
Estas posiciones se reflejan en nuestras practicas de vida cotidiana y en todo nuestro trabajo artístico, por ejemplo.

Imágenes de la Exposición "Capitalism is a Shit"2 de Idea Destroying Muros. Esta exposición tuvo lugar en la "Asociación Azotea" de Murcia entre el 15 febrero y 15 marzo 2014. Según "Idea Destroying Muros" esta exposición nace de la necesidad de expresar claramente "que posiciones tenemos dentro el contexto español-europeo en referencia al capitalismo, el proceso de reflexión sobre nuestra herencia histórica nos hace responsables a la hora de buscar estrategias comunes anticapitalistas frente al discurso dominante".

-Tomando como base el Manifiesto SCUM de Valerie Solanas lleváis meses representando el  "Borrador Battonz Kabaret", por todo el Estado Español, ¿Qué destacarías de este proyecto?¿Como está siendo su acogida?
-Hemos retomado el texto de Valerie Solanas cargándolo de revancha hacía un sistema capitalista del arte que la había invisibilizada y en un segundo momento en contra de un feminismo aburguesado basado solo en la retórica literaria. 
A diferencia de Solanas tenemos una perspectiva "pro sex" y una lucha realmente colectiva. A partir de su fuerza provocadora y radical, lo hemos traducido y transformado desde nuestra posición, es una perspectiva no universal, situada en querer demoler el patriarcado... el macho blanco nordoccidental... que se ha construido en Europa occidental en la sumisión de género, clase y raza, y en la colonización.
El trabajar en el formato del cabaret ha significado para nosotras posicionarnos en un punto intermedio entre una propuesta posiblemente integrable y una posición de extranjeras reelaborado en clave irónica, de manera que fuese más fácilmente reconocible en este contexto español. 
Imágenes de la Performance ""Borrador Battonz Cabaret"4 de Idea Destroying Muros. "Si acaso se recuerda a Valerie Solanas es por haber sido la autora del intento de asesinato de Andy Warhol, sobre quien disparó 3 tiros, hiriéndolo de gravedad. Nosotras queremos recordarla, también, por ser la autora del Manifiesto SCUM, en el cuál está basado este cabaret. SCUM es un espacio utópico, un estado del alma, una larga composición punk. SCUM declara la guerra abierta a nuestra sociedad, ese régimen carcelario blando y de paredes invisibles, al aburrimiento del sueño americano, o sea, occidental, al poder hegemónico de los varones heterosexuales, ricos, blancos. Valerie dispara a bocajarro, desde el principio y sin previo aviso, a través del lenguaje de la calle, tajante y sin formalismos, con una capacidad de expresión salvaje y sin la más mínima indulgencia hacia la decencia burguesa".

-Nos podéis chivar algo de vuestros próximos proyectos.
-En este momento estamos todas en París. Hemos recogido bolsas de ropa de segunda mano que nos han guardado amigas que viven aquí en París y que hemos pillado en los "free shop" de las ocupas, nos las hemos llevado a "Shakirail", un centro autogestionado que nos está dando la posibilidad de utilizar un espacio atelier-couture y una habitación donde dormir. Estos tejidos están llenos de sueños, olores, esperas y silencios. Recorridos de vida que traspasan el material con el que coseremos un archipiélago, la forma geográfica de nuestras relaciones, que representan las alternativas de vidas anticapitalistas en las que estamos empeñadas.
En la historia de los imaginarios dominantes las islas son desconocidas, descubiertas, desiertas, salvajes, incontaminadas, paradisiacas, exóticas y representan unos ideales de puro erotismo.
En nuestras biografías y en nuestros imaginarios, las islas corresponden a unos lugares que han sufrido y sufren formas de dominación nacional, económica y turística. Los procesos culturales, políticos y históricos que atraviesan las islas las transforman en unos lugares, para nosotras, complejos de vivir y de dejar**.
En continua tensión en contra del capital y de las metrópolis, queremos repolitizar el "souvenir", nuestros recuerdos y la historia de cada una de nosotras, en oposición a todas las historias imperialistas a las que no queremos pertenecer.
Las tres islas que estamos cosiendo llevan cada una de ellas una palabra que compone la frase: "qui perd trouve/quien pierde encuentra" y eso es el mensaje que queremos transmitir a París, uno de los centros de la europa occidental, capital de la Francia colonizadora, capitalista y explotadora.
El archipiélago irá ocupando el espacio de la universidad de Paris 8. Cada isla,  de larga unos cuantos metros, será conectada a las demás a través de trenzas de tela. La superficie de las islas estará hecha por geocuerpos y cuerpos vegetales para traducir una visión post-exótica de las islas, la idea de un archipiélago en lucha.
"Les îles postexotiques" es un proyecto trans nacional-sexual-lingüístico nacido desde la colaboración antropológica-artística y desde la correspondencia de imaginarios y sueños entre islas. Lugares creativos, húmedos y colectivos imaginados en el 2013 entre Valencia (España), Verona (Italia), París (Francia), Losinj (Croazia), Sicilia (Italia).
Podéis seguir la realización del proyecto en el blog:




1 Por battere: Mery Sut (2013), ‘Practicas de atravesamiento: (over)flow’ artículo publicado en "Transfeminismo. Epistemes, fricciones y flujos", de Miriam Solà y Elena Urko, ed.Txalaparta, 141-151.
+info sobre la expo "Capitalis is a shit"
3 +info sobre la preformance  "Nordporn Capitalismo"
+info sobre la preformance  "Borrador Battonz Cabaret"

KABARET, COLOQUIO, DEBATE EN TORNO AL MANIFIESTO SCUM

El diumenge 4 de maig a les 12 hores en la Plaça del Carme.
Dins de la Mostra del Llibre anarquista el col·lectiu Dons i Prou ens inviten al cabaret. 
 
-12h. Borrador battonz kabaret a càrrec d'armsidea. En la plaça del Carme. En la plaça del  Carme
http://www.ideadestroyingmuros.info/armsidea/borrador-battonz-kabaret/

-13h. Col·loqui i debat entorn del Manifest Scum amb motiu de la presentació d'una nova edició comentada. A càrrec de Dons i Prou, armsidea i Enrredadas (Ràdio Malva) .
En el solar del carrer Corona
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"Si de cas es recorda a Valerie Solanes és per haver sigut l'autora de l'intent d'assassinat d'Andy Warhol, sobre qui va disparar 3 tirs, ferint-lo de gravetat. Nosaltres volem recordar-la, també, per ser l'autora del Manifest SCUM, en el quin està basat este cabaret. SCUM és un espai utòpic, un estat de l'ànima, una llarga composició punk. SCUM declara la guerra oberta a la nostra  societat, eixe règim carcerari bla i de parets invisibles, a l'avorriment del son americà, o siga, occidental, al poder hegemònic dels barons heterosexuals, rics, blancs. Valerie dispara a boca de canó, des del principi i sense previ avís, a través del llenguatge del carrer, contundent i sense formalismes, amb una capacitat d'expressió salvatge i sense la més mínima indulgència cap a la decència burgesa."

viernes, 4 de abril de 2014

report nordporn capitalismo - málaga granada

aquí las super fotos que nos hizo aleks green en el sur

15 de marzo en la casa invisible de málaga 
gracias a la deny por su presentación. la casa invisible (angel, yen), ale, aleks, espe.


19 marzo en lxs 15 gatxs en granada.
gracias a lxs eskandalo púbico, tara transitory, miriam, pal