viernes, 21 de octubre de 2016

MERCADITO NOMADA /// 22-23 octubre 2016 valencia

Para quién estará en Valencia los días 22 y 23 de este mes, Crearteducacción Comunitaria organiza el Mercadito Nómada.
Habrá stand de libros, artesanía, juguetes, ropa de segunda mano. Dinámicas participativas, conversatorios, cuenta cuentos, talleres y mucho más. Ideadestroyingmuros participará junto a Pensaré Cartoneras, United Minds y otras colectivas comprometidas con la transformación social y política.

miércoles, 3 de agosto de 2016

#LibertadManteros

+ INFO: aqui 


El Sindicato Popular de Vendedores Ambulantes ha hecho un llamamiento a la solidaridad, al posicionamiento, para exigir la libertad de los cinco manteros en prisión preventiva:

From the European South. Archives of the future: Italy, the postcolonial and the time to come

From the European South: A transdisciplinary journal of postcolonial humanities a refereed, open access e-journal that publishes articles, reviews, interviews, and creative interventions exploring the various facets of the postcolonial across the wide spectrum of the humanities a forum for the scientific research and urgent conversations of scholars, intellectuals and artists who are located in the European South or involved in and contributing to debates of/from the Global South 2016 | 1 Archivi del futuro: il postcoloniale, l'Italia e il tempo a venire Archives of the future: Italy, the postcolonial and the time to come 

  


 

sábado, 21 de mayo de 2016

RADICI NEL MARE /// sunu gaal







durante il periodo coloniale, quando i francesi chiesero alle popolazioni locali come si chiama il vostro territorio, loro dissero “sunu gaal”, che in wolof significa: le nostre piroghe. il nome del senegal deriva dalla deformazione di questa espressione.
sulle fiancate delle barche spesso vengono scritti dei nomi o delle frasi di protezione. noi pensavamo di scrivere su un lato della piroga “sunu gaal” perché ci aiutasse a fare conoscere la storia di questo nome e di questo paese.
mamadou ci dice che bisogna aggiungere “de la teranga”, che significa in wolof “dell’ospitalità”, uno dei valori essenziali della cultura senegalese, forse perché è proprio quello che manca nel posto dove sono arrivati. mamadou è un ragazzo senegalese che vive insieme a mansour, babacar, arouna e antoine in un centro per migranti che si trova vicino al paratodos, il laboratorio autogestito dove abbiamo cucito insieme la piroga.
“wa keur serigne touba” significa in wolof “veniamo dalla casa di serigne touba” guida religiosa musulmana fondatore del muridismo, affinchè protegga la piroga.
la realizzazione della piroga è la trasformazione di un viaggio drammatico che ha delle drammatiche motivazioni, una di queste la pesca massiva nelle acque senegalesi da parte dei pescherecci stranieri. ne abbiamo parlato a valencia con i baye fall con cui viviamo, mentre cucivamo al paratodos abbiamo letto in un articolo che un peschereccio europeo pesca in un giorno tanto pesce quanto 56 piroghe in un anno.
mamadou tra le frasi che abbiamo trovato decide questa: “i pescherecci europei sono autorizzati a depredare il nostro mare”. mentre cuciamo mansour ci racconta: in libia, prima di salire sulla barca, sono stato 3 giorni senza mangiare, perché tutti dovevamo essere più leggeri. mamadou ci dice: la barca con cui sono arrivato io era lunga 7 metri, eravamo 127 persone e siamo rimasti 2 giorni in acque internazionali.
le piroghe sono fatte di legno, questa è morbida e fatta di vestiti da donna di seconda mano. le radici nel mare servono a sostenerla ai lati, il suo fondo è pieno d’acqua, l’ultimo giorno ci siamo accorti che mancava il timone. mentre tagliamo i vestiti, dentro ad un paio di pantaloni, troviamo un’etichetta con su scritto “non riesco ad orientarmi sono troppo occidentale” che poi abbiamo ricucito nel rosso sangue del mare.

ringraziamo la onlus yermandem e i lions per il sostegno economico e per pensare insieme il futuro della piroga, lo spazio autogestito paratodos, i due giorgio, lessen, alberto, i falegnami resistenti, per lo spazio che ci hanno concesso e per come ci hanno accolto e aiutato; teresa e sow, sherifo per averci offerto la sua professionalità; i ragazzi gambiani e senegalesi da poco arrivati a verona; rachele, arianna, grazia, graziella, paola, antonella, antonio, matilde, rosanna, mariateresa e sara, warmi, rosa e odette, per averci accompagnato durante la realizzazione, tutte le persone che si sono impegnate per la raccolta dei vestiti e tutti i nomi che stiamo dimenticando. dicko per sostenerci e aiutarci costantemente, baye e tutti i baye fall che ci sono vicini durante la vita.






jueves, 19 de mayo de 2016

RADICI NEL MARE /// gli arrivi

ci togliamo le scarpe e entriamo nel mare
mettiamo la piroga in acqua
non ha fondo
l'acqua entra poco a poco
perché è di legno
la barca è sempre piena di acqua
due la buttano fuori con i secchi
e non affonda
manca il timone
senza timone la barca non ha orientamento
quando arriva in europa
la polizia chiede ad ognuno
come siete arrivati, quanto avete pagato
tutti rispondono che hanno pagato lo stesso
e che hanno guidato un poco l'uno
ma se dicono che uno ha guidato
che lui è il capitano
il capitano va in carcere
ti ricordi quel ragazzo che è venuto una volta keurgumak?
si è fatto nove anni in carcere a valencia
dal 2006 al 2015
perché quando hanno chiesto chi era il capitano
tutti hanno risposto che era lui
e anche lui lo ha detto
perché aveva fatto qualcosa di eccezionale
quando è uscito dal carcere non aveva niente
i baye fall di valencia si sono organizzati per sostenerlo

gli sgabelli al centro della gaal
sono bianchi e neri
come siamo noi
come è la tenuta dei baye fall
sono decorati con linee oblique e cerchi

la gaal diventa rotonda
mettiamo l'ovatta e assomiglia più ad un gommone

mamadou è venuto con un gommone

oggi è stato il giorno degli arrivi
baye, julia, rosa, odette, cristina, anto e aicha, edla.

martes, 17 de mayo de 2016

RADICI NEL MARE /// la nostra ancora

il cancello era aperto.
siamo entrati e l'abbiamo chiuso dietro di noi
tutti entusiasti di non essere arrivati troppo tardi.
ma ci eravamo chiusi dentro.
stiamo per scavalcare
e stava anche per scattare l'allarme
siamo usciti con diciotto cuscinoni di ovatta
dodici nel bagagliaio
sei tra sara e lessen come un mare di nuvole
quando li portiamo al paratodos
milka, saadia, guiomar iniziano a riempire le radici

mamadou non ha dubbi
i pescherecci europei sono autorizzati a depredare il nostro mare
da quando sono arrivate le flotte europee, c'è molto meno pesce

tagliamo tutte le lettere
dicko ha imparato a cucire a macchina
fino alle due di notte
restiamo con rachele, paola e arianna a cucire le lettere
ci raccontano che a pastrengo molti genitori stanno ritirando le iscrizioni al centro estivo
perché li' nell'edificio accanto apriranno uno spazio di accoglienza per rifugiati
cosa si puo' fare?
molte persone non hanno avuto la fortuna di conoscere degli stranieri
come possono abbattere le loro paure...
le associazioni per i profughi spesso diventano delle prigioni
i progetti dell'intercultura e dell'integrazione finiscono sempre

ma i giovani possono cambiare le cose,
il modo migliore è condividere la vita
fare conoscere i tuoi amici stranieri ai tuoi amici italiani
e poi agli amici dei tuoi amici
e cosi' poco a poco tutto cambia

il paratodos è un luogo che crea relazioni e possibilità reali
ci vanno ragazzi di origine senegalese, gambiana, guineana, marocchina
è uno spazio che mette insieme nel quotidiano la formazione, laboratori e produzioni creative
vanno oltre al fatto che sei straniero
non c'è una barriera
che di solito c'è,
un'aria di armonia,
c'è una cucina
accanto c'è una falegnameria
oggi i falegnami ci hanno portato le sedie senza spalliere
e hanno tagliato su misura le gambe e le sedute

abbiamo cucito la parte interna e la parte esterna della piroga
a reggerlo sembrava troppo pesante
non sappiamo se l'ovatta sostiene tutto
la piroga starà in piedi?
pensiamo alle trecce,
la nostra ancora.

viernes, 13 de mayo de 2016

RADICI NEL MARE /// ma pensa quante persone hanno messo le mani in questa barca!

mentre continuiamo a cucire a macchina o a mano
lessen, zallou e tutti i ragazzi che fanno il corso di pizzaiolo
sfornano una pizza dopo l'altra
con l'hummus, spinaci, acciughe e aglio
le mangiamo calde sui taglieri rotondi di legno
rachele e arianna hanno preparato delle torte salate
poi ci fermiamo a cucire a mano le lettere fino a mezzanotte
ma pensa quante persone hanno messo le mani in questa barca!

ci rendiamo conto che molti riconoscono qualcosa di buono nella creazione della gaal
vengono anche da lontano, tornano e ci danno un aiuto
ci raccontiamo chi siamo e da dove veniamo
mentre immaginiamo come dare continuità a questo processo condiviso:
condividere con i ragazzi piatti dei loro paesi, restituire loro una abitudine e un gusto
al centro per rifugiati mangiano tutti i giorni pasta
montare una palestra con gli attrezzi che per ora sono messi in un angolo
abbiamo iniziato a dare forma alle radici
la prima è già nel mare
liberi saremo liberi di pensare
ad un posto migliore
recuperare tutto quello che è adesso è sospeso

ragazzi sognate per non far morire la speranza
e affrontate la realtà a muso duro
perché voi siete la cosa più bella

https://www.youtube.com/watch?v=VmrcoZzNKP8

di pomeriggio è passato al paratodos "rappero stagionato"
è un uomo di mondo
nato in albania
e ci ha fatto ascoltare il suo primo pezzo.

miércoles, 11 de mayo de 2016

RADICI NEL MARE /// 127 persone in una barca di 7 m 2 giorni in mezzo al mare

mamadou ci racconta le tappe dal senegal fino a verona
in senegal, nella regione dove abita, c'è una impresa francese che controlla il commercio del sale
e non c'è lavoro
da quando è arrivato in italia è diventato un rifugiato
le persone non gli parlano o gli parlano male
siamo insieme
al laboratorio di cucito al paratodos
tutto quello che puo' passare sotto la macchina da cucire
l'ho fatto passare
confezioni, tende, vestiti
mi mancava la barca!
 
graziella si è messa alla macchina in un contesto completamente diverso
dalle situazioni in cui ha lavorato tutta la vita in provincia
senza mai spostarsi
ha unito gli ultimi due grandi pezzi di mare profondo
e il suo saper fare ci ha permesso di andare avanti
è tornato stone
paola è la terza sarta che viene ad aiutarci
ha iniziato a passare a macchina il celeste, il blu, l'azzurro e il verde
 
oggi abbiamo fatto arcipelago
sunu gaal significa la nostra barca
è il nome del paese di cui i francesi hanno deformato il nome
chiamandolo senegal
wa keur serigne touba
les membres de la maison de Serigne Touba
tagliamo le lettere in bianco e nero da cucire dentro e fuori la piroga
dicko ha cucinato maffe per tutti.
erano sette mesi che mamadou, zallou e babacar non lo mangiavano.

lunes, 9 de mayo de 2016

RADICI NEL MARE /// non riesco ad orientarmi sono troppo occidentale

ci svegliamo alla ricerca delle macchine
per iniziare a cucire il fondo rosso
la gaal starà sul fondo azzurro
mamadou dice che prima di partire devi passare tre giorni senza mangiare
bevendo solo acqua
perchè nel gommone dalla libia ci devono entrare 125 persone
e tutto dipende dal peso
è arrivata aïcha
ha sette mesi
sta seduta al centro del mare
e non ha paura 
è arrivato stone
è stato un miracolo
teresa gli ha parlato della gaal
lui è un sarto del gambia che lavora a borgo trento
e ha cucito quasi mezzo mare rosso
abbiamo fatto le prove per vedere quanto deve essere alta la gaal

ci sono due tipi 
una con i bordi di mezzo metro per la pesca giornaliera
poi ci sono le gaal che possono pescare per due settimane senza tornare mai a terra
se ci entri dentro non ti si vede in piedi
immaginiamo quanto farla alta perchè,
quando la installeremo, 
ci si possa sedere dentro 
e avere la sensazione di  stare in mezzo al mare

la gaal avrà le radici.

mentre tagliamo il marrone
vicino alla cerniera dei pantaloni
troviamo un'etichetta che dice la verità.


viernes, 6 de mayo de 2016

RADICI NEL MARE /// mare rosso

mentre disegniamo per terra la forma del mare con lo scotch di carta

un ragazzo e una ragazza lanciano dei cerchi in aria
fanno giocoleria con le palline
ogni tanto entrano nel mare
e ci raccontiamo da dove veniamo
anche le sorelle della nonna di mery sono andate in argentina
tra l'america del sud e il nord est dell'italia le ultime quattro, cinque generazioni
hanno fatto degli andirivieni
emigrazioni e emigrazioni inverse

mentre tagliamo i rossi

giorgio porta una macchina da cucire a pedale singer
incontriamo i ragazzi che entrano per l'assemblea sindacale
sorridono, si avvicinano, ci chiedono,  verranno a darci una mano
si incuriosiscono perché riconoscono che stiamo facendo qualcosa che ha a che fare anche con la loro storia
vengono dallo sri lanka, cote d'ivoire, nigeria, dal nord africa
lavorano per una azienda italiana che li sfrutta

arriva Lessen e ci chiede perché il rosso
perché il rosso è il sangue, è la vita, a volte è dura
siamo proprio in un momento in cui c'è molto rosso.
a idomeni abbiamo visto molto rosso.


arrivano dicko e i suoi amici
vengono per sapere cosa stiamo facendo
sono contenti di sapere che ci sono delle persone che pensano a loro,
denunciano le storie di chi migra e le condizioni in cui ci si ritrova poi nei campi per i richiedenti asilo
saremo insieme mentre cuciremo la gaal.

paratodos è un buon posto per costruire la gaal.
gaal è il nome senegalese con cui vengono chiamate le piroghe usate per pescare e per arrivare in europa.

RADICI NEL MARE /// il primo giorno al paratodos


la giornata era grigia e noi siamo andate a smistare colori
il paratodos si trova in una traversa di corso venezia, anonimo e pieno di macchine.
odore di pizza, le chitarre appese al muro e decine di sacchi di vestiti usati ci aspettano dentro.
conosciamo questo spazio da quando dicko è andato a frequentare il corso per diventare pizzaiolo,
e giorgio, zineb, lessen, hamza, alberto hanno accolto la proposta di cucire la piroga li’.

rovistare nei sacchi di plastica fa l'odore di aprire vecchi bauli.
respiriamo polvere mista a una marea di case e storie.
troviamo sottovesti di raso ricamate, tovaglioli, calze sagomate anni 50, gonnelloni anni 70, tute da sci anni 80, vestiti da carnevale.
ridiamo. ci proviamo le cose strane.
ci sono cose strappate, cose macchiate, cose bruciate.
da una parte mettiamo i blu, celeste e verde per il mare
rosso e rosa per il fondo di ogni viaggio
marrone per le radici e
tutte le fantasie per la piroga.

istallazione per connessioni decoloniali 
19-20-21 maggio
verona

lunes, 2 de mayo de 2016

RADICI NEL MARE. diario

iniziamo a montare di mattina.
a poche ore dall'inaugurazione le meduse sono per terra, la casa non ha la porta, la rondine non ha pancia.
siamo in alto mare.
un chiodo dopo l'altro perché le tavole botaniche stiano in equilibrio.


cuando che te le vede le robe
no l'è come spiegarle
te le fa
a spiegarle somee che sia complicae
invis co te vist no l'e complicat


recuperare memorie.
tutti i materiali per la mostra sono stati recuperati.
hanno avuto delle storie prima di noi.

andare per strada guardando con attenzione le cose lasciate agli angoli, trovare sempre cassetti,
raccogliere i centrini tra parenti e amiche.
disfare le maglie di vecchi maglioni delle persone intorno
sfoderare materassi delle nonne lasciati in soffitta
strappare i giornali: la maniera migliore di usarli negli anni del berlusconismo

la radice del giardino ora sta sospesa in via santa felicita
mentre i tentacoli delle meduse si radicano
come se fossero in acqua

trasformare i pizzi
come quelli che faceva mia nonna
mia nonna che non ha mai visto il mare, io che non ho mai visto mia nonna

riciclare e’ una necessita e una pratica di vita
dare nuova vita alle storie non viene da una nostalgia
fare dei nodi tra il passato e il presente ci serve per avvicinare storie di migrazioni e di esodi
per riassemblare pezzi di vita in sequenze che raccontano il nostro quotidiano
per creare economie condivise.

grazie al mare di amici che sono arrivati, tantissimi…

radici nel mare, di ideadestroyingmuros
la mostra resta aperta dalle 17 alle 20 tutti i giorni.
contatto per visite e vendite:  320 7963270/ 335 389314