viernes, 31 de octubre de 2008

Che cos'è l'solamento in Italia

Leggendo l'articolo apparso sul quotidiano spagnolo El Pais, dal titolo: Guerra educativa en Italia

mi meraviglio ogni tanto che esista ancora in quest’Europa una stampa attendibile o per lo meno minimamente valida.

Rimango disorientata invece tentando d'immaginare la situazione proprio in questo momento, in questi giorni e in queste ore a Napoli...
e resto altrettanto disorientata immaginandomi la diversità con la quale la stessa grave e critica situazione è invece avvertita, moderatamente, a Venezia.
Questi isolamenti forzati (o caratteri forzatamente opposti) che mantengono le città italiane fra loro, fanno si che tutto ritorni su se stesso...
e allora succede che a Napoli gli studenti vengono caricati o travolti dai motorini o direttamente dalla cittadinanza che non ne può più ormai di ogni cosa
e non "capisce", perché è mantenuta nell'ignoranza volutamente da un governo corrotto che un Paese unito ed informato non saprebbe come gestirlo
mentre a Venezia gli studenti non riescono nemmeno ad urlare perché il controllo, la solitudine, il capitalismo e la paura
gli hanno tolto la voce, la forza, la potenza che avrebbero invece stando insieme...

tra l'altro, la cosa più grave è che ognuna/o non si renderà mai conto dell'altra/o perché volutamente sono mantenute/i divise/i ed ignorano l'esistenza le une delle altre, ancor più che gli uni degli altri.

arms idea, Paris

intersex


DE CORPORIS FABRICANS - 2008, chiara
" Los intersexuales tienen cuerpos disidentes, incluso heréticos" CUERPOS SEXUADOS, Anne Fausto-Sterling 2000

Mentre aspettiamo di vedere il governo fittizio di opposizione cercare voti attraverso un possibile referendum, vorrei usare questo spazio che avete creato per la diffusione, sopratutto in Italia, di un concetto che è davvero preoccupante e ad analizzare il quale gli studi di genere qui sono molto limitati.
Mi è stato fatto notare qualche giorno fa che il 14% dei nati nel mondo è senza un "genere definito" secondo i canoni occidentali, cioè è intersex.

Scopro solo ora una ricercatrice italiana, antropologa, che nell'introduzione al suo libro sul genere parte da questo argomento …ma rimane pressoché l'unica.
Faccio uso dell'antropologia perché lo studio di popolazioni non occidentali permette di scoprire in maniera evidente come siamo solo noi occidentali ad usare certe categorie di suddivisione di genere mentre in molte popolazioni, che non necessitano di questo controllo sociale, il processo di scelta di genere e di quali siano i generi che in una società possano esistere va oltre i nostri canoni e paradigmi.
Prima vorrei far notare che è importante, visto che in questo blog le pubblicazioni avvengono attraverso varie lingue, ricordare che la parola gender è spesso tradotta ma non spiegata; di fatto si usano parole quali genere (in italiano) genre (in francese) e genero (in spagnolo) ...ma nessuna traduzione è quella corretta.


Per genere noi intendiamo quegli attributi, caratteristiche psico-attitudinali e comportamenti che si ritengono adeguati ad un uomo o ad una donna, a bambino o bambina …insomma a degli esseri sociali.
Cosa succede allora se ci troviamo tra gli inuit dell'artico e la piccola inuit , che noi chiameremmo essere umano di sesso femminile, è di fatto un uomo? La differenziazione in questa popolazione di esempio, mette in mostra come femminilità o maschilità siano condizioni apprese.
Per gli inuit nascere significa ritornare, in base ad una sorta di reincarnazione che definisce in chi ci siamo reincarnati, attraverso riti sciamanici ...il soggetto appena nato diventa un anima-nome che decide i tornare in vita.
I nomi che vengono dati ai neonati non hanno perciò specificazioni di genere ...esempio ...se Nadxiieli, qui riconosciuta come bambina, fosse nata tra gli inuit e riconosciuta come anima del suo bisnonno, sarebbe stata trattata come un uomo ...il sesso del nascituro, quello visibile dai genitali, è solo un particolare irrilevante, rispetto all'anima nome.
Solo con questo esempio un occidentale dovrebbe rendersi conto della base dello studio di gender: sesso biologico e attitudini, comportamenti e identità personale, sono scollegati (puoi nascere con la vagina ed essere educato e riconosciuto come un maschio).
Ma soprattutto bisogna prendere in considerazione che il mondo in cui si è educati rimane al centro di qualsiasi formazione e riconoscimento sociale. Bambole o automobiline sono prefigurazioni di ambiti sociali...ecco perché ho introdotto il paragrafo con quella definizione di genere. Essere donne o uomini diventa così il convergere di senso esperienziale di sé e di percezione del mondo, cioè quello che si è appreso ad essere nelle relazioni sociali, nei rapporti con gli altri.
Questo è un problema che deve stare alla base della ricerca, il sesso non deve determinare il genere. Un conto è la biologia, un altro i dispositivi e i comportamenti che uomini e donne manifestano, un altro le idee su tutto questo.

E’ importante fare questa introduzione per evidenziare come nell'uso di traduzioni di gender, si rischi di re-biologizzare il legame genere-sesso, soprattutto in francese nel termine genre ...o di usarlo semplicemente come sostituto di sesso, in spagnolo.
Nel termine gender è di rilievo la derivazione grammaticale e nel dizionario inglese non esiste il significato conflittuale di rapporti oppositivi. Si è spesso cercata una parola sostitutiva, quale differenza sessuale o categoria dei rapporti sociali di sesso ...o categorie sociali di sesso.

Ma sapendo che questo problema lessicale non è stato mai preso in considerazione, per scelta, è stato sfruttato questo termine per indicare asimmetria e gerarchia, definendo poi i ruoli di sesso. Genere indicherebbe le divisioni (differenze di ogni tipo) e le disuguaglianze (reazioni asimmetriche e gerarchiche) che esistono tra i due gruppi di attori sociali degli uomini e delle donne, mostrandone il carattere artificiale, costruito e arbitrario, ma anche sistematico. Questa sistematicità sta nel fatto che le discriminanti differenziali impregnano di sé ogni atto e ogni discorso, a tutti i livelli e in ogni momento del vivere sociale.

Faccio dei salti temporali e di argomenti per arrivare a quello che è il tema centrale, che vorrei fosse poi oggetto di discussione e approfondimento.
Così passo all'idea che permane tutt'ora di cosa sia donna…
noi ci basiamo per differenziare il genere sulla biologia, per cui banalizziamo determinando il genere in base ad una frase: le donne partoriscono e gli uomini no.
Frase pronunciata da un famoso antropologo negli anni '60 ...che sottolinea come alla radice di ogni organizzazione sociale risieda la gestazione, la fecondazione, il dominio e l’evitazione dell'incesto.
Proprio qui, dopo aver dimostrato come il genere sia una decisione sociale e non sessuale, voglio fare lo stesso con la riproduzione.
mettere al mondo un figlio non è un evento puramente naturale.

La procreazione è un evento sociale, lo dimostra il fatto che , come tutto ciò che è sociale, è suscettibile di variazioni, di modifiche, di interruzioni ...di controllo.
A partire dal concepimento e dallo stesso rapporto sessuale, tutti i processi della procreazione-gravidanza, parto, allattamento, accudire i figli ecc. sono processi che implicano un intervento esterno e che sono pertanto sottoposti alla possibilità di essere diretti, incanalati e controllati. Le pratiche anticoncezionali, l'aborto -selettivo sulla base del sesso del feto- e gli infanticidi, le tecniche di riproduzione assistita, il parto cesareo, l'allattamento artificiale ecc. mostrano ampiamente che non si tratta di un evento naturale, ma di una serie di processi in cui l'intervento esterno -sociale- è preponderante.
-Qui ci sarebbe da ampliare il discorso sul corpo della donna come oggetto sociale, dalla Duden, alla Pancino, alla Tabet, discorso molto interessante, ma mi devierebbe da un tema non trattato in Italia, l'intersex, quindi mi scuso e proseguo-

Torniamo all'idea del rapporto tra sesso e genere. Il paradigma di differenziazione che siamo abituati ad usare per distinguere se sei un ometto o una femminuccia, garantisce il controllo e la gerarchizzazione nel rapporto conflittuale tra le due opposizioni. Ma se partissimo dall'idea del sesso come un reale non definibile?
Allora si potrebbe partire per la ri-naturalizzazione delle dimensioni sociali del sesso, quali la divisione sessuale -in realtà sessuata- del lavoro, la procreazione e la sessualità, e si crea per di più un ostacolo che impedisce di interrogarsi sull'eventuale intervento sociale in merito a quelle dimensioni.
Un'ipotesi di ricerca è stata proposta da chi ha cercato di decostruire queste categorie, o nozioni di genere ...de Beauvoir, Guillaumin, Mathieu, Witting, che negli anni '70 mettono in luce gli aspetti socio culturali e politici del sesso. Ma non si riconosce il valore del concetto di genere.
Soltanto nella bidimensionalità della differenza, di sesso e genere, si realizza una dialettica che rende pensabile un ambito così complesso.
La domanda che ora ci si pone è ...
perchè la forma degli organi sessuali è significante di relazioni sociali?
Perché il sesso biologico è la base di una classificazione naturale? perchè il sesso deve originare una qualsiasi classificazione?
Così diversi studi degli ultimi due decenni dimostrano che il dimorfismo è imputabile alla natura e comporta simultaneamente differenze naturali e socio-culturali tra la femmina e il maschio umani, in ogni tempo e luogo.
Ecco che se ci troviamo in una società occidentale il sesso precede il genere e fonda la differenza, facendo diventare questi due termini una omologia, e il modello di sessualità umana che ne risulta è quello eterosessuale.
Eventuali variazioni o inadeguatezze sono ricondotte al dimorfismo e all'eterosessualità ...quindi l'omosessualità da noi viene concepita come devianza e anormalità.
La differenziazione fisiologica si colloca a più livelli, non solo quello degli "eterocromosomi" sessuali -x e y- ma si comincia a mettere in dubbio che sia lo sviluppo delle gonadi, femminili e maschili, a dare l'avvio alla differenziazione degli organi sessuali, compiendo degli studi per trovare il meccanismo che consenta di differenziare il sesso maschile nel corso dello sviluppo embrionale. Per tanto sono stati classificati i vari elementi come il gene o la molecola tdf (Testis Determenig Factor) cioè il fattore che determina lo sviluppo dei testicoli maschili. Ovviamente in tutto questo discorso la donna rimane assente, è l'altro non definito. Per chiarezza, nessuna di queste ricerche ha dato esiti positivi o risultati reali.
L'idea che sia un unico fattore a determinare il sesso, e quindi supporre una sua differenziazione "naturale", deve essere sfatata.
Si è dimostrato che l'umanità non è ripartita in due gruppi distinti ma da una continuità assoluta di esseri umani in cui la formula cromosomica muta da un punto all'altro in una scala graduale, con una serie di variazioni -che noi definiamo varianti patologiche-.
Si è provato in alcuni Test che a volte uomini, definiti così sulla base dei genitali, possedevano una formula cromosomica XX ...e li abbiamo definiti maschi inusuali.
Questo ovviamente perché si cerca di fondare nel sesso ciò che è stato già deciso nel genere.
Per esempio, la sterilità ...è considerata una malattia, ma coloro che non possono riprodursi non sono anormali, lo diventano in un'ottica bipartita della scienza che cerca di definirle.
Le teorie genetiche si radicano nell'ideologia e nell'idea di gender di ogni società.
Così arriviamo al punto.
Cosa fare, come trattare questo tema nei neonati che nascono intersessuati? Cioè manifestando organi esterni non chiaramente definiti né come maschili né come femminili...?
i medici e i genitori decidono, non tanto su basi mediche, ma culturali.
Suzanne Kessler, conducendo una ricerca, intervista vari medici e arriva alla conclusione che
i medici sono irrimediabilmente convinti ed insistono sul fatto che maschile e femminile siano le uniche due possibilità "naturali". Questo paradosso mette in luce e chiama in causa l’idea secondo cui il femminile e il maschile sono dati biologici che impongono una cultura composta solo da due generi.
è un paradosso dis-umano.
Nasce naturalmente un neonato con genere incerto e lo definiamo “innaturale” e quindi da curare.
L'intersessualità crea un dibattito che non può essere evitato se è vero che ricopre il 14 % delle nascite ...esiste un terzo sesso.
Traducibile in un terzo genere (qui citano spesso Herdt).

S’interviene subito attraverso la scienza per bloccare qualcosa che forse è più naturale, ma culturalmente non accettato, della maschilità e della femminilità.
Come scegliere quale dei due sessi dare al proprio figlio? Cosa deve fare un genitore?
Come in tutto, ci si affida all'esperto, al medico, che per evitare complessi psicologici ...o imbarazzi al reticolo sociale che vedrebbe crescere il mostro ...evita di aspettare per verificare quali siano le volontà di questa persona, attraverso complessi test psicologici. Così si sceglie spesso in base agli attributi genitali di cui sono portatori.
Secondo il parere medico, se il neonato avrà il pene troppo piccolo, per evitargli l'imbarazzo del confronto futuro con i coetanei, si deciderà di somministrargli ormoni femminili e decidere così ...in modo naturale ...che sia una donna. Quindi non si utilizzano nemmeno le formule cromosomiche per la scelta, ma le dimensioni dei genitali. E i genitali maschili.
Rimane l'uomo al centro di una decisione intersessuata. Per determinare il sesso bisogna scegliere se gli organi maschili, esterni, siano all'altezza, se no si viene declassati all'essere femmina. Questo ideale morfologico alquanto raccapricciante vuole essere una base per ricordare che il sesso non deve essere il punto di partenza per la "differenziazione naturale".

Appurato quindi che nel rapporto genere-sesso, quest’ultimo rimane epifenomeno, mentre il genere rimane un aspetto primario, o reale. Possiamo dire allora che genere e sesso sono indipendenti, cioè la loro relazione non è fissa né necessaria, ma ciò che viene determinato dal sesso non è la natura a dirlo ma la società.

con le affermazioni di prima, siamo rimasti senza più la classificazione dei due sessi ...non siamo più uomini o donne come "dati". Non è più il genere qualcosa di naturale ...e il naturale stesso acquisisce un carattere di non definito, si manifesta come un'idea storicamente determinata. Questa differenza costruita, non genera gerarchia, ma sono gerarchia e asimmetria a creare la differenza.

Perché il sesso dovrebbe categorizzare quindi?
La differenza tra sessi-generi è il modo per imporre e continuare il dominio politico, economico e sociale, simbolico e materiale sulle donne come gruppo sociale, da parte degli uomini come anch'essi gruppo sociale. L'invisibilità di questa relazione di dominio, è dovuta al concetto di natura; gli ordini gerarchici nel nostro modo di pensare sono frutto di un ordinamento naturale.
l'esistenza stessa di una gerarchia implica la sua non formulazione, prova del suo
buon funzionamento (severine rey)

Questo piccolo scritto vuole essere un punto soprattutto dal quale partire perché la ricerca, che qui in Italia è quasi inesistente, si occupi di un tema così importante.
Vi chiedo aiuto soprattutto per il reperimento di informazioni …che spero al di fuori del bel paese, siano più complete.

miércoles, 29 de octubre de 2008

poter dire tutto quello che non viene detto

L’irreversibile criticità della situazione italiana dipende proprio dal suo essere perennemente sull’orlo del crollo e dal suo riuscire in modo disonesto a conservarsi costantemente in quella posizione.

La condizione di decadenza in cui versa l’Italia è la conseguenza di una sedimentazione d’ingiustizie e di complesse oppressioni di GENERE, ETNICHE, ECONOMICHE e di GENERAZIONE perpetuate negli anni a danno del pensiero e dell’evoluzione e che hanno contribuito a creare una società profondamente CORROTTA, RASSEGNATA e DISILLUSA all’interno della quale oggi sembra impossibile il cambiamento, la trasformazione o la creazione di nuove prospettive nonché lo sviluppo di qualsiasi fantasia.

Il problema è molto profondo, per un cambio concreto si dovrebbe cambiare l’uso del linguaggio, si dovrebbero analizzare i ruoli tra le persone all’interno dei nuclei familiari, dei collettivi universitari e sul lavoro e per farlo bisognerebbe investire nella Ricerca, i mezzi di comunicazione dovrebbero svincolarsi da interessi politici e finanziari, l’editoria dovrebbe incaricarsi di molte traduzioni di testi mai effettuate e l’intera classe politica dovrebbe rigenerarsi, ma principalmente tutte quelle e quelli che continuano a vivere al margine di questo sistema in cui risiede la solitudine e l’impotenza dovrebbero cercare gli strumenti necessari o le armi per poter dire tutto quello che non viene detto.

arms idea, Paris

Italia: una dictadura a la vuelta de la esquina






..
GOODNIGHT
video arms idea
Italia 2004

La crisis que se respira en España no es nada frente a la crisis que hay en Italia.
Siendo colonia de Estados Unidos y teniendo una política y una economía interior igual a la de una dictadura fundada en una oligarquía de mafiosos y corruptos, el país italiano se encuentra obligado a enfrentarse a una recesión.
Recesión que tiene raíces profundas.
Italia es un país que hace más de veinte años ha emprendido un camino económico, político, social y cultural hacia el conservadurismo más radical.
En todos estos años los italianos han sido educados en la política de la represión, del miedo al diferente, el odio hacia el nuevo, en la neurosis de la inseguridad y el cambio.
Esta educación ha sido perpetuada mediáticamente (ya que Berlusconi es dueño de un imperio comunicativo, desde las televisiones hasta las productoras de cine, revistas, periódicos, supermercados…), concretamente con actos de castigos simbólicos como fue el G8 y la muerte de Carlo Giuliani.

La cultura ha sido relegada a las páginas del horóscopo.
Todas las voces de la cultura que fastidian el poder han sido calladas de varias maneras. Desde la censura hasta la indiferencia, al impedir la difusión de pensamiento diferente, a la ridiculización, humillación o deslegitimación.
Hoy el poder ya no actúa nunca más como en los años 70, cuando los intelectuales que molestaban eran asesinados directamente, como Pier Paolo Pasolini; hoy el poder actúa de forma más sutil: bloquea la entrada de pensamientos diferentes, invierte menos en la cultura. Estudios que desestabilizan el poder como las investigaciones feministas, los estudios de género, por no hablar de los estudios queer que no son conocidos, ni legitimizados.
Se habla de mujeres sólo como un simulacro de representación denigrando en una manera casi subliminal (poner una “azafata televisiva” como ministra de igualdad, lo explica todo), o visibilizar el tema de la homosexualidad o transexualidad como un problema que perseguir, deja pensar que es imposible tener una libertad mínima en este país.
Si buscas en las librerías sobre estas temáticas, o sobre estudios post-colonialistas, no encuentras nada porque ni son traducidos ni tampoco están en su lengua original.
No existen.
Italia se ha quedado culturalmente en los ochenta, y no los ochenta de “la movida española” sino los ochenta de la intrusión del capitalismo.

Las investigaciones en las Universidades son cosas de élites, no es un derecho sino un privilegio casi aristocrático.
Por no hablar de la Academia de Bellas Artes (aún no reconocida como Universidad) donde no existe ni la posibilidad de seguir una investigación. De hecho, una vez terminada la carrera, yo (y como yo miles) no podemos seguir investigando, porque no existe el doctorado en Bellas Artes.
Y en las otras Facultades donde hay doctorado el acceso es super complicado por no decir oligárquico.

Italia es uno de los países europeos que menos invierte en la cultura y en la formación de las personas. No hay becas, para obtenerlas tienes que vivir en un estado económico de pobreza extremo, no existen las becas de investigación y las que hay parecen estar bajo secreto de Estado porque nadie sabe cómo acceder a ellas.
Yo nunca en mi vida en Italia recibí una beca, la primera la recibí aquí en España.

Aquí en las Facultades te puedes encontrar con profesores con menos de treinta años, en Italia la media es sobre los cuarenta.
La mayoría del profesorado universitario, por no hablar de los catedráticos, son hombres de más de cincuenta años.

Hecha esta pequeña introducción a la situación nacional, lo que pasa hoy es un atentado al futuro de Italia que siempre se vuelve a repetir, dentro de un circuito cíclico debido a la falta de pensamiento que defienda cambiar lo que no funciona.
Para hacer frente a la crisis actual el gobierno Berlusconi ha decidido cortar el dinero público que se invierte en la instrucción y en la sanidad.
Junto con la ministra de educación Gelmini han hecho dos decretos (el 133 y el 137) que quieren disminuir las financiaciones a las escuelas, a los institutos y a las universidades.
Este empobrecimiento de las escuelas públicas se efectuará, por ejemplo, poniendo en las escuelas de primaria un único profesor para cada clase (de las cuales claramente no diminuirán su numero de alumnos que se quedará alrededor de 30).
En las universidades las financiaciones a las investigaciones recibirán un fuerte recorte, tanto que ya intelectuales, profesorado, estudiantes han empezado a manifestarse en contra.
153 universidades han sido okupadas y hay que añadir las escuelas primarias y los institutos que también se están movilizando. El eslogan es "nosotros la crisis no la pagamos".
La respuesta del gobierno de Berlusconi ha sido inmediata. Ha avisado a los manifestantes asegurando que intervendrá con las fuerzas armadas en contra de las okupaciones en las universidades que ha definido así:
"no son una demostración de libertad, no son un hecho de democracia, sino una violencia respecto a los otros estudiantes, las familias, las instituciones y el Estado" Sin embargo, los estudiantes y los profesores siguen protestando, manifestando y okupando las facultades y para el 14 de noviembre habrá una huelga nacional.

Al final de todo me quedo con esto:
El 11 de febrero de 1950 Piero Calamandrei dio este discurso en el III Congreso de la Asociación para la defensa de la escuela nacional, en Roma.
"Hagamos una hipótesis, así abstracta: que haya un partido al poder, un partido dominante, el cual quiere respetar en la forma la Constitución, no la quiere violar en la sustancia. No quiere marchar sobre Roma pero quiere hacer germinar una
dictadura. Entonces ¿qué hacer para tomar el poder en las escuelas y qué hacer por transformar las escuelas del Estado en escuelas del partido?
Se da cuenta de que las escuelas del Estado tienen un defecto: son iparciales y yienen la tendencia a crear resistencia, hasta bajo el fascismo la había.
Así que el partido dominante toma otro camino (es toda una hipótesis para entendernos).
Empieza a descuidar las escuelas públicas, a deslegitimizarlas, a empobrecerlas y sigue favoreciendo las escuelas privadas.
Tampoco todas las escuelas privadas, sino las de su partido.
Empieza a cuidarlas, con dinero y privilegios.
Se comienza a aconsejar a los alumnos ir a estas escuelas porque se dice que son mejores de las del Estado.
Y a lo mejor se proponen premios por aquellos ciudadanos dispuestos a enviar sus hijos en las escuelas privadas.
Allí los exámenes son más fáciles, se estudia menos y se sale mejor.
Así la escuela privada deviene en una escuela privilegiada.
El partido dominante no pudiendo transformar abiertamente las escuelas de estado, envía al carajo las escuelas públicas por hacer prevaler las escuelas privadas.
Atención amigos, esta es la receta: Arruinar las escuelas del Estado, empobrecer su financiación, ignorar sus necesidades. Hacer más débil el control en las escuelas privadas, no controlar la seriedad y dejar que los profesores no tengan las titulaciones mínimas para enseñar. Dejar que los exámenes sean una farsas.
DAR A LAS ESCUELAS PRIVADAS DINERO PÚBLICO.
ESTO ES EL PUNTO: DAR A LAS ESCUELAS PRIVADAS DINERO PÚBLICO"
58 años después sale en el periódico Nazionale (el 22 octubre de 2008) este discurso de Francesco Cossiga (ex presidente de la república italiana y senador vitalicio). (audio: Cruciani, La Zanzara, Radio24)
"Maroni (ministro en el parlamento italiano, político de la Lega Nord, partido federalista racista, xenófobo, homófobo) tendría que hacer lo que hice yo cuando era ministro del Interior. En primer lugar dejar a los estudiantes de los institutos, porque ¿te imaginas lo que podría pasar si un chiquillo de 12 años quedara muerto o gravemente herido...?
Dejar actuar a los universitarios. Retirar las fuerzas de policías de las calles y de las universidades, infiltrar en el movimiento agentes provocadores capaces de todo y dejar que por una decena de días los manifestantes destrocen las tiendas, quemen los coches y pongan en llamas la ciudad.
Después, fuentes del consenso popular, el sonido de las sirenas de las ambulancias tendrá que hallarse por encima del de los coches de policía y guardia civil. En el sentido de que las fuerzas del orden no deberán tener piedad y enviarlos todos al hospital.
No detenerlos, que después los magistrados los pongan de inmediato en libertad, sino pegarlos y pegar a sangre también a los profesores que los incitan. Sobretodo a los profesores. No digo a los ancianos, por cierto, pero a las profesoras jóvenes sí".
Esta declaración es de 1950 y el discurso de Cossiga es de estos días, me pregunto si cambiará algo en Italia.

Mery añade:
Consecuentemente a todo lo que está pasando se está creando una fuerte emigración de jóvenes que salen de Italia en búsqueda de un futuro básico cotidiano posible. Si antes de este último golpe de crisis había manera de tener “nudos” internos en Italia que podían ser un apoyo para dar la posibilidad de hacer entrar/infiltrar informaciones, culturas diferentes, ahora que estos “nudos” necesarios se marchan de Italia también y no hay manera de tener canales que faciliten la entrada y salida de información. Todo esto provoca un encierro total del país en sí mismo y nos dejan a quienes nos hemos ido, como nosotras, una sensación de continua impotencia, están cortando cualquier tipo de conexión.
A pesar de todo esto, creo en lo mismo sobre lo que aquí abajo escribe Chiara, y lo poco que se puede hacer es importante. Sensibilizar algo que está cerca de España en el centro de Europa y que no puede pasar inadvertido, como si no afectara algo más de lo que parece.

Chiara:
Sigo teniendo esperanza y es lo que me empuja a escribirte, es lo que me empuja a investigar, a creer en las redes de difusión de un pensamiento diferente, a creer en la necesidad de una revolución educativa.
Sé que es un proceso que no tiene fin pero creo también que luchar es lo único que puedo hacer por seguir soñando.


Lisa:
La escuela pública continua siendo un total desastre y todo lo que este gobierno está haciendo, así como los anteriores, es empeorarla continuamente siguiendo un plan preestablecido con objetivos claros a los ojos de todos.
He trabajado de educadora por tres años en Bologna-Italia, en escuelas públicas primarias y secundarias.
Y puedo decir haber tocado con la mano todos los efectos que las políticas escolásticas han producido en Italia.
En sustancia los continuos cortes de las varias financiaciones crean una situación en la cuál no se puede ni aprender ni enseñar en ambientes sanos, en la cuál hay que tener siempre miedo de que te caiga materialmente el techo en la cabeza, en la cuál no hay el mínimo respeto de las normas sobre el derrumbe de las barreras arquitectónicas que impiden una integración autónoma de las personas diversamente hábiles.
Lxs profesorxs, lxs educadorxs, decanxs, conserjes, el personal que trabaja dentro de las instituciones educativas no pueden ejercer serenamente sus trabajos porque no llegan a final de mes con su propio sueldo (siempre precario), ya que trabajan muchísimas horas dentro las escuelas, mas las que trabajan en casa.

Por no hablar de los instrumentos y materiales previstos y necesarios en el aprendizaje aplicado, que no existen o que respecto al número de estudiantes existentes son una tomada por el culo, así como los gimnasios y los laboratorios. En todas las infraestructuras las normas de seguridad no son respetadas haciendo morir de miedo cada tres segundos a los que cuidan de la educación de niños y adolescentes.
Los padres, por la mentalidad o mejor dicho por la cultura que hay en Italia, tienden a enfadarse más con quien “vigila” que con quien es incapaz de administrar adecuadamente el dinero a fin de que las leyes sobre seguridad sean respetadas y se ofrezca la posibilidad a quien se ocupa del cuidado y de la educación de hacerlo.
Esto es lo que tendría que ser la escuela y que en Italia no es: un lugar donde se tendría que tener ganas de aprender, de vivir, de enseñar, de compartir, de amar, de soñar, de desear y de hacer.
Por cuanto uno lo intente son muchas las puertas que se te cierran en la cara, sea por la falta de dinero, sea por una cultura demasiado vieja y arcaica tradicional que siempre pone en juego y desestabiliza la formación de los profesores y de los estudiantes.

La situación ya es bastante insostenible así como se encuentra, pero con estos nuevos decretos (133 y 137) sólo van a empeorar más no sólo las escuelas sino a la sociedad italiana, volviéndola más pobre e inestable, y debilitando uno de los pilares más importantes como es la educación de un país.
////////////////////////
Espero que esta información llegue a muchas personas, cortar y pegar es muy sencillo, así que, por favor, difundidla.
Gracias y un abrazo