DE CORPORIS FABRICANS - 2008, chiara" Los intersexuales tienen cuerpos disidentes, incluso heréticos" CUERPOS SEXUADOS, Anne Fausto-Sterling 2000 Mentre aspettiamo di vedere il governo fittizio di opposizione cercare voti attraverso un possibile referendum, vorrei usare questo spazio che avete creato per la diffusione, sopratutto in Italia, di un concetto che è davvero preoccupante e ad analizzare il quale gli studi di genere qui sono molto limitati.
Mi è stato fatto notare qualche giorno fa che il 14% dei nati nel mondo è senza un "genere definito" secondo i canoni occidentali, cioè è intersex.
Scopro solo ora una ricercatrice italiana, antropologa, che nell'introduzione al suo libro sul genere parte da questo argomento …ma rimane pressoché l'unica.
Faccio uso dell'antropologia perché lo studio di popolazioni non occidentali permette di scoprire in maniera evidente come siamo solo noi occidentali ad usare certe categorie di suddivisione di genere mentre in molte popolazioni, che non necessitano di questo controllo sociale, il processo di scelta di genere e di quali siano i generi che in una società possano esistere va oltre i nostri canoni e paradigmi.
Prima vorrei far notare che è importante, visto che in questo blog le pubblicazioni avvengono attraverso varie lingue, ricordare che la parola gender è spesso tradotta ma non spiegata; di fatto si usano parole quali genere (in italiano) genre (in francese) e genero (in spagnolo) ...ma nessuna traduzione è quella corretta.
Per genere noi intendiamo quegli attributi, caratteristiche psico-attitudinali e comportamenti che si ritengono adeguati ad un uomo o ad una donna, a bambino o bambina …insomma a degli esseri sociali.
Cosa succede allora se ci troviamo tra gli inuit dell'artico e la piccola inuit , che noi chiameremmo essere umano di sesso femminile, è di fatto un uomo? La differenziazione in questa popolazione di esempio, mette in mostra come femminilità o maschilità siano condizioni apprese.
Per gli inuit nascere significa ritornare, in base ad una sorta di reincarnazione che definisce in chi ci siamo reincarnati, attraverso riti sciamanici ...il soggetto appena nato diventa un anima-nome che decide i tornare in vita.
I nomi che vengono dati ai neonati non hanno perciò specificazioni di genere ...esempio ...se Nadxiieli, qui riconosciuta come bambina, fosse nata tra gli inuit e riconosciuta come anima del suo bisnonno, sarebbe stata trattata come un uomo ...il sesso del nascituro, quello visibile dai genitali, è solo un particolare irrilevante, rispetto all'anima nome.
Solo con questo esempio un occidentale dovrebbe rendersi conto della base dello studio di gender: sesso biologico e attitudini, comportamenti e identità personale, sono scollegati (puoi nascere con la vagina ed essere educato e riconosciuto come un maschio).
Ma soprattutto bisogna prendere in considerazione che il mondo in cui si è educati rimane al centro di qualsiasi formazione e riconoscimento sociale. Bambole o automobiline sono prefigurazioni di ambiti sociali...ecco perché ho introdotto il paragrafo con quella definizione di genere. Essere donne o uomini diventa così il convergere di senso esperienziale di sé e di percezione del mondo, cioè quello che si è appreso ad essere nelle relazioni sociali, nei rapporti con gli altri.
Questo è un problema che deve stare alla base della ricerca, il sesso non deve determinare il genere. Un conto è la biologia, un altro i dispositivi e i comportamenti che uomini e donne manifestano, un altro le idee su tutto questo.
E’ importante fare questa introduzione per evidenziare come nell'uso di traduzioni di gender, si rischi di re-biologizzare il legame genere-sesso, soprattutto in francese nel termine genre ...o di usarlo semplicemente come sostituto di sesso, in spagnolo.
Nel termine gender è di rilievo la derivazione grammaticale e nel dizionario inglese non esiste il significato conflittuale di rapporti oppositivi. Si è spesso cercata una parola sostitutiva, quale differenza sessuale o categoria dei rapporti sociali di sesso ...o categorie sociali di sesso.
Ma sapendo che questo problema lessicale non è stato mai preso in considerazione, per scelta, è stato sfruttato questo termine per indicare asimmetria e gerarchia, definendo poi i ruoli di sesso. Genere indicherebbe le divisioni (differenze di ogni tipo) e le disuguaglianze (reazioni asimmetriche e gerarchiche) che esistono tra i due gruppi di attori sociali degli uomini e delle donne, mostrandone il carattere artificiale, costruito e arbitrario, ma anche sistematico. Questa sistematicità sta nel fatto che le discriminanti differenziali impregnano di sé ogni atto e ogni discorso, a tutti i livelli e in ogni momento del vivere sociale.
Faccio dei salti temporali e di argomenti per arrivare a quello che è il tema centrale, che vorrei fosse poi oggetto di discussione e approfondimento.
Così passo all'idea che permane tutt'ora di cosa sia donna…
noi ci basiamo per differenziare il genere sulla biologia, per cui banalizziamo determinando il genere in base ad una frase: le donne partoriscono e gli uomini no.
Frase pronunciata da un famoso antropologo negli anni '60 ...che sottolinea come alla radice di ogni organizzazione sociale risieda la gestazione, la fecondazione, il dominio e l’evitazione dell'incesto.
Proprio qui, dopo aver dimostrato come il genere sia una decisione sociale e non sessuale, voglio fare lo stesso con la riproduzione.
mettere al mondo un figlio non è un evento puramente naturale.
La procreazione è un evento sociale, lo dimostra il fatto che , come tutto ciò che è sociale, è suscettibile di variazioni, di modifiche, di interruzioni ...di controllo.
A partire dal concepimento e dallo stesso rapporto sessuale, tutti i processi della procreazione-gravidanza, parto, allattamento, accudire i figli ecc. sono processi che implicano un intervento esterno e che sono pertanto sottoposti alla possibilità di essere diretti, incanalati e controllati. Le pratiche anticoncezionali, l'aborto -selettivo sulla base del sesso del feto- e gli infanticidi, le tecniche di riproduzione assistita, il parto cesareo, l'allattamento artificiale ecc. mostrano ampiamente che non si tratta di un evento naturale, ma di una serie di processi in cui l'intervento esterno -sociale- è preponderante.
-Qui ci sarebbe da ampliare il discorso sul corpo della donna come oggetto sociale, dalla Duden, alla Pancino, alla Tabet, discorso molto interessante, ma mi devierebbe da un tema non trattato in Italia, l'intersex, quindi mi scuso e proseguo-
Torniamo all'idea del rapporto tra sesso e genere. Il paradigma di differenziazione che siamo abituati ad usare per distinguere se sei un ometto o una femminuccia, garantisce il controllo e la gerarchizzazione nel rapporto conflittuale tra le due opposizioni. Ma se partissimo dall'idea del sesso come un reale non definibile?
Allora si potrebbe partire per la ri-naturalizzazione delle dimensioni sociali del sesso, quali la divisione sessuale -in realtà sessuata- del lavoro, la procreazione e la sessualità, e si crea per di più un ostacolo che impedisce di interrogarsi sull'eventuale intervento sociale in merito a quelle dimensioni.
Un'ipotesi di ricerca è stata proposta da chi ha cercato di decostruire queste categorie, o nozioni di genere ...de Beauvoir, Guillaumin, Mathieu, Witting, che negli anni '70 mettono in luce gli aspetti socio culturali e politici del sesso. Ma non si riconosce il valore del concetto di genere.
Soltanto nella bidimensionalità della differenza, di sesso e genere, si realizza una dialettica che rende pensabile un ambito così complesso.
La domanda che ora ci si pone è ...
perchè la forma degli organi sessuali è significante di relazioni sociali?
Perché il sesso biologico è la base di una classificazione naturale? perchè il sesso deve originare una qualsiasi classificazione?
Così diversi studi degli ultimi due decenni dimostrano che il dimorfismo è imputabile alla natura e comporta simultaneamente differenze naturali e socio-culturali tra la femmina e il maschio umani, in ogni tempo e luogo.
Ecco che se ci troviamo in una società occidentale il sesso precede il genere e fonda la differenza, facendo diventare questi due termini una omologia, e il modello di sessualità umana che ne risulta è quello eterosessuale.
Eventuali variazioni o inadeguatezze sono ricondotte al dimorfismo e all'eterosessualità ...quindi l'omosessualità da noi viene concepita come devianza e anormalità.
La differenziazione fisiologica si colloca a più livelli, non solo quello degli "eterocromosomi" sessuali -x e y- ma si comincia a mettere in dubbio che sia lo sviluppo delle gonadi, femminili e maschili, a dare l'avvio alla differenziazione degli organi sessuali, compiendo degli studi per trovare il meccanismo che consenta di differenziare il sesso maschile nel corso dello sviluppo embrionale. Per tanto sono stati classificati i vari elementi come il gene o la molecola tdf (Testis Determenig Factor) cioè il fattore che determina lo sviluppo dei testicoli maschili. Ovviamente in tutto questo discorso la donna rimane assente, è l'altro non definito. Per chiarezza, nessuna di queste ricerche ha dato esiti positivi o risultati reali.
L'idea che sia un unico fattore a determinare il sesso, e quindi supporre una sua differenziazione "naturale", deve essere sfatata.
Si è dimostrato che l'umanità non è ripartita in due gruppi distinti ma da una continuità assoluta di esseri umani in cui la formula cromosomica muta da un punto all'altro in una scala graduale, con una serie di variazioni -che noi definiamo varianti patologiche-.
Si è provato in alcuni Test che a volte uomini, definiti così sulla base dei genitali, possedevano una formula cromosomica XX ...e li abbiamo definiti maschi inusuali.
Questo ovviamente perché si cerca di fondare nel sesso ciò che è stato già deciso nel genere.
Per esempio, la sterilità ...è considerata una malattia, ma coloro che non possono riprodursi non sono anormali, lo diventano in un'ottica bipartita della scienza che cerca di definirle.
Le teorie genetiche si radicano nell'ideologia e nell'idea di gender di ogni società.
Così arriviamo al punto.
Cosa fare, come trattare questo tema nei neonati che nascono intersessuati? Cioè manifestando organi esterni non chiaramente definiti né come maschili né come femminili...?
i medici e i genitori decidono, non tanto su basi mediche, ma culturali.
Suzanne Kessler, conducendo una ricerca, intervista vari medici e arriva alla conclusione che
i medici sono irrimediabilmente convinti ed insistono sul fatto che maschile e femminile siano le uniche due possibilità "naturali". Questo paradosso mette in luce e chiama in causa l’idea secondo cui il femminile e il maschile sono dati biologici che impongono una cultura composta solo da due generi.
è un paradosso dis-umano.
Nasce naturalmente un neonato con genere incerto e lo definiamo “innaturale” e quindi da curare.
L'intersessualità crea un dibattito che non può essere evitato se è vero che ricopre il 14 % delle nascite ...esiste un terzo sesso.
Traducibile in un terzo genere (qui citano spesso Herdt).
S’interviene subito attraverso la scienza per bloccare qualcosa che forse è più naturale, ma culturalmente non accettato, della maschilità e della femminilità.
Come scegliere quale dei due sessi dare al proprio figlio? Cosa deve fare un genitore?
Come in tutto, ci si affida all'esperto, al medico, che per evitare complessi psicologici ...o imbarazzi al reticolo sociale che vedrebbe crescere il mostro ...evita di aspettare per verificare quali siano le volontà di questa persona, attraverso complessi test psicologici. Così si sceglie spesso in base agli attributi genitali di cui sono portatori.
Secondo il parere medico, se il neonato avrà il pene troppo piccolo, per evitargli l'imbarazzo del confronto futuro con i coetanei, si deciderà di somministrargli ormoni femminili e decidere così ...in modo naturale ...che sia una donna. Quindi non si utilizzano nemmeno le formule cromosomiche per la scelta, ma le dimensioni dei genitali. E i genitali maschili.
Rimane l'uomo al centro di una decisione intersessuata. Per determinare il sesso bisogna scegliere se gli organi maschili, esterni, siano all'altezza, se no si viene declassati all'essere femmina. Questo ideale morfologico alquanto raccapricciante vuole essere una base per ricordare che il sesso non deve essere il punto di partenza per la "differenziazione naturale".
Appurato quindi che nel rapporto genere-sesso, quest’ultimo rimane epifenomeno, mentre il genere rimane un aspetto primario, o reale. Possiamo dire allora che genere e sesso sono indipendenti, cioè la loro relazione non è fissa né necessaria, ma ciò che viene determinato dal sesso non è la natura a dirlo ma la società.
con le affermazioni di prima, siamo rimasti senza più la classificazione dei due sessi ...non siamo più uomini o donne come "dati". Non è più il genere qualcosa di naturale ...e il naturale stesso acquisisce un carattere di non definito, si manifesta come un'idea storicamente determinata. Questa differenza costruita, non genera gerarchia, ma sono gerarchia e asimmetria a creare la differenza.
Perché il sesso dovrebbe categorizzare quindi?
La differenza tra sessi-generi è il modo per imporre e continuare il dominio politico, economico e sociale, simbolico e materiale sulle donne come gruppo sociale, da parte degli uomini come anch'essi gruppo sociale. L'invisibilità di questa relazione di dominio, è dovuta al concetto di natura; gli ordini gerarchici nel nostro modo di pensare sono frutto di un ordinamento naturale.
l'esistenza stessa di una gerarchia implica la sua non formulazione, prova del suo
buon funzionamento (severine rey)
Questo piccolo scritto vuole essere un punto soprattutto dal quale partire perché la ricerca, che qui in Italia è quasi inesistente, si occupi di un tema così importante.
Vi chiedo aiuto soprattutto per il reperimento di informazioni …che spero al di fuori del bel paese, siano più complete.