L’ultimo numero di “Panorama” pubblica in copertina un abbagliante, gigantesco, maiuscolo rosso “PERCHE’?” sovrapposto a un ritratto dell’ex governatore del Lazio Marrazzo. Il sottotitolo è: “UOMINI E TRANS. Una grande inchiesta per capire, riflettere e interrogarsi”. Tutto un programma insomma, ma la vera chicca di questo “viaggio nel terrore anale” è condensata in un breve, ma intenso, fondo firmato da Annalena Benini. Non sono riuscito a trovarlo nella versione on line del magazine e ve ne riporto ampi stralci
1. “Vladimir Luxuria, invitata per competenza nel salotto di Bruno Vespa a discutere del povero Marrazzo […] sorrideva consapevole che la svolta trans è arrivata, lucida come le loro labbra, colorata come quelle scarpe con le zeppe, affollata come un film di Pedro Almodovar. Per rendere la vita a noi ragazze ancora più complicata: essere belle, brave, in carriera, fare figli, non farlo pesare, stare attente alle altre e adesso anche agli altri. Agli omoni con la lametta da barba accanto al mascara che fanno impazzire gli uomini.”
2. “[…] in ogni supermercato la domanda delle signore è sempre quella: ma perché? Perché noi sempre all’ultimo posto? Cioè prima venivamo dopo il lavoro, dopo la partita, dopo gli amici, dopo la birra e dopo una sbirciata alle gambe di un’altra, adesso ci tocca aspettare anche il turno trans? Dobbiamo competere con le tette di plastica e il vocione?”
3. […] Altro che dignità delle donne offesa da qualche calendario per camionisti, da qualche battutina, da qualche avventuriera. Serve un appello, una rivolta, bisogna andare alla riscossa: scendiamo in piazza, con i mattarelli a riprenderci gli uomini. Cari trans, con tutto il rispetto: non penserete che, con la fatica fatta fino qua, adesso arrivate voi, vi vestite come noi, vi mettete pure a cucinare e a essere comprensivi (gli psicologi parlano di focolare alternativo) e noi stiamo lì fuori a farci declassare? I matterelli sono per gli stupidi mariti, certo, ma se volete farvi sotto ce n’è abbastanza anche per voi per cambiarvi un’altra volta i connotati.”
1. “Se siete uomini o donne patrioti bianchi e ritenete di volervi impegnare per la vostra stirpe e per le generazioni future, se ne avete abbastanza di vedere la nostra discendenza, i nostri diritti e il nostro futuro calpestati e gettati via, se volete mettere fine a questo scempio, saremo felici di avervi con noi e di ascoltarvi. Aderisci alla lotta e salva i tuoi diritti quale cittadino bianco e cristiano. Riprendiamoci quello che ci è stato tolto e diamo ai nostri figli il futuro che meritano”
2. “La lotta per la nostra stirpe è esigente e la vittoria può essere raggiunta soltanto con dedizione e lealtà. Il nostro obiettivo è semplice ma forte, conservare il cristiano bianco, i suoi ideali e le sue tradizioni. Siamo qui per guidare i nostri fratelli e le nostre sorelle bianche e ristabilire l'ordine in questa società collassata”
3. “L'omosessualità è irresponsabilità senza vergogna. E' inutile negare che da quando è uscita dall'armadio è iniziata la crisi di salute della società. Gli omosessuali aggiungono una difficoltà tremenda al costo della sanità. Rifiutano di essere ragione di questa difficoltà, preferendo protestare per i benefici di governo invece di cambiare il loro comportamento, cioè pagando per i loro peccati”
A mio avviso, il passaggio dal matterello invocato dalla Benini alla spranga tanto cara ai fascisti con e senza cappuccio non è così distante e per entrambi la questione è la stessa: riportare sulla “retta via” i deviati - siano essi mariti fedifraghi (specialmente con trans), pederasti impenitenti o tutti coloro che non siano bianchi cristiani e manifestamente eterosessuali.
Ma non è solo questa analogia di invocazione all’ordine e alla disciplina che lega le due notizie riportate precedentemente; in questo il “caso Marrazzo” credo sia esemplificativo: tutto il clamore non è suscitato dal fatto che un privato cittadino venga ricattato a causa delle sue personali e intime pulsioni erotiche bensì per il fatto che si tratti del Governatore di una Regione – un uomo che sembra debba incarnare l’integrità (morale?) del suo popolo elettore – un uomo da cui non si può accettare che “vada a trans”; piuttosto che si faccia portare le mignotte consegnate a domicilio!
Tutto questo ci dice che oggi l’identità sessuale è ritenuta un valore “naturale” dal consistente peso politico, ovvero è una discriminante; e paradossalmente è stato lo stesso Marrazzo, con il beneplacito del suo stesso irrisolto partito, ad avallare questa scala di valori. Allo stesso tempo, gli altri - rappresentati di volta in volta dal giornalista di turno e da qualche perla della galassia xenofoba - continuano a fare il loro classico lavoro: erodere gli spazi di libertà, tracciare un unico solco rettilineo che divida i “buoni” dai “cattivi”, i “giusti” dai “deviati”.
Appare evidente, dunque, quanto la questione “pink” - per dirla con Alex Foti - sia oggi uno dei fulcri intorno a cui imbastire la rete di contrasto e resistenza al dilagare di questa cieca e violenta ignoranza travestita da “Sistema di Valori” ,lo stessa che autorizza il Sovrintendente del teatro Bellini di Catania ad issare un gigantesco crocifisso a difesa delle presunte radici cristiane dell’Europa.
Non sono questioni da poco conto, e soprattutto non sono questioni che “riguardano solo i diretti e le dirette interessati/e” eppure si percepisce ancora una certa diffusa difficoltà (e sto usando un eufemismo) a prendere una netta posizione di rispetto della individuale autodeterminazione della sfera sessuale che altro non è che la punta sostanziale dell’autodeterminazione esistenziale.