martes, 31 de mayo de 2011

VENI*AMO SABOTANDO - 2 giorni di contaminazioni tra corpi, desideri, sovversioni di genere e postporno


ZetaLAB via Boito 7, Palermo


Mercoledi 1 giugno TASTi*AMO*LA

- H 19.00 - Apericena degenere con Dj Set by KosmiKo [Chill-HOT Bar]
- H 21.00 - “Pornosotrx-Reading Attraversabile” con slavina [Roma/Barcelona] e molte altre 
- H 22.00 - Dj-stione Techno con Dj Set con laboucherie e Visuals by videoarmsidea [Valencia/Palermo]


Giovedi 2 giugno POSTPORNI*AMO*LA"

- H 15.00 - “Poetiche politiche dell’osceno” seminario a cura di slavina -ingresso gratuito.
- H 20.00 - “Esperimenti Contrasessuali” laboratorio a cura di slavina e ideadestroyingmuros - contributo di 2 euro.



***********************************************************************************************

Definiamo post-pornografia il discorso critico e il congiunto di pratiche discorsive, artistiche e audiovisuali che propongono una nuova rappresentazione dei generi e della sessualità. Un dispositivo di visibilizzazione che è allo stesso tempo piattaforma d’azione e di intervento e che ha la finalità (implicita o dichiarata) di contestare l’immaginario sessista e gli stereotipi di genere. Il termine post-pornografia fu inventato negli anni ’80 dall’artista olandese Wink van Kempen per descrivere un tipo di produzione audiovisuale che, pur contenendo elementi pornografici, non aveva un fine masturbatorio. Ma fu nei primi anni ’90 che una performance di Annie Sprinkle - nella quale l’artista (ex prostituta e attrice porno) invitava il pubblico a guardare all’interno della sua vagina con uno speculum - diede al termine una dimensione culturale e politica più ampia. Riducendo all’assurdo l’imperativo della pornografia tradizionale (l’esposizione parossistica del sesso femminile) The public Cervix Announcement apriva uno spazio critico non solo di comprensione ma anche di ribaltamento di un genere che da specchio fedele delle necessità normative dominanti si è andato trasformando in strumento di provocazione, guerriglia semiotica, ridefinizione dell’immaginario e delle pratiche erotiche.

Il seminario “Poetiche politiche dell’osceno” sarà dedicato alla discussione e condivisione dell'impianto teorico della post-pornografia, affronteremo i seguenti temi:
* analisi storico-critica della pornografia (dal museo al cinema a luci rosse)
* la trasformazione della pornografia in cultura di massa nel contesto degli anni '60-'70 (la relazione tra Gola Profonda e i movimenti operai e studenteschi, i movimenti pacifisti, le manifestazioni femministe e i primi gruppi di azione omosessuale rivoluzionaria)
* femminismo abolizionista contro femminismo pro-sex
* Annie Sprinkle, la pioniera della post-pornografia tra autobiografia e Performance
* connessioni tra post-pornografia e movimento queer
* la trasgressione sessuale come strategia femminista
* net-porn: come cambiano la produzione e fruizione di materiale pornografico ai tempi del World Wide Web
* approfondimento sulla scena postporno di Barcellona: le cagne dell’apocalisse

***********************************************************************************************
grazie ad andea e anna!

DECALOGO - IN VALENZIANO

Acampada valencia

In questi tempi convulsi in cui esiste la speranza di un cambiamento nel mondo, abbiamo bisogno dell’energia, il coraggio e la voglia di lavorare ad un progetto comune senza precedenti nella nostra democrazia.

Corriamo il rischio di perderci nella marea d’informazioni, sensazioni e allegria prematura per le mobilitazioni. Dobbiamo iniziare a pensare a misure concrete con cui portare a termine i cambiamenti. Altrimenti, l’alternativa la proporranno gli stessi di sempre. E tutta la nostra energia si focalizzerà in beneficio di progetti estranei. Per questa ragione creiamo un decalogo di proposte concrete per esporle pubblicamente. Con volontà, rispetto e unità le porteremo a termine:

- Rispetto reale per i valori di giustizia, libertà, uguaglianza e pluralismo.

- Limitazione delle assegnazioni economiche e privilegi delle cariche pubbliche. Inabilitazione permanente di chi è condannato per corruzione, a ripresentarsi alle elezioni.

- Modifica della legge elettorale per garantire un sistema autenticamente rappresentativo e proporzionale che non discrimini nessuna forza politica né volontà sociale, permettendo l’entrata dei partiti minoritari e ponendo fine al bipartitismo. No alla barriera del 5%, la più alta di tutto lo stato.

- Approfondimento di meccanismi che permettano a cittadinx di esercitare la democrazia diretta, come referendum, in caso di decisioni socio-economiche importanti.

- Semplificare i meccanismi per la presentazione d’iniziative legislative popolari.

- Imporre il referendum popolare come obbligatorio e vincolante per l’elaborazione e approvazione degli interventi economici municipali, regionali e statali.

- Modifica e creazione di meccanismi di controllo che assicurino la rigida separazione dei poteri pubblici.

- Assicurare l’assoluta indipendenza del potere giudiziario.

- Considerare come beni di utilità pubblica i servizi di prima necessità per i/le cittadinx come energia, reti di comunicazione, alimenti, trasporto e banca.

- Proibizione quindi dei monopoli e oligopoli privati di erogazione di questi beni.

- Diritto a un lavoro dignitoso, stabile e di qualità. Proibizione dei tagli di personale e stipendio in aziende con bilancio positivo. Diritto di tutti i/le cittadinx a prestazioni sociali pubbliche che assicurino una vita dignitosa.

- Definizione di meccanismi civici di controllo sulla gestione pubblica che evitino la corruzione politica. Controllo civico delle attività delle cariche pubbliche e definizione di un sistema di incompatibilità che renda impossibile l’esercizio ed i lucro delle attività pubbliche e private.

- Definizione di un sistema fiscale progressivo. Definizione a livello globale di una tassa sui grandi patrimoni e sulle transazioni finanziarie speculative. Abolizione immediata dei paradisi fiscali.

- Controllo civico della trasparenza delle entità bancarie. Proibizione delle clausole abusive in particolare quelle riguardanti le ipoteche.

- Convocazione di un’Assemblea Costituente.

lunes, 30 de mayo de 2011

paris, valencia, milan

En Paris, a Parigi 
En Valencia, a Valenzia

En Milan, a Milano


miércoles, 25 de mayo de 2011

LABORATORIO LIBRI (S)OGGETTO: SPERIMENTAZIONE – SCRITTURA VISUALE


LABORATORIO LIBRI (S)OGGETTO
SPERIMENTAZIONE – SCRITTURA VISUALE
Come fare un libro con poco materiale in 5 passi.
venerdì 27 dalle 19.00 fino alla chiusura del bar.
Bar Libreria Garibaldi, in via A.Paternostro, 46  Palermo

Con una tecnica facile, rapida e creativa elaboreremo oggetti unici attraverso la sintesi visuale e la composizione schematica.
Creeremo narrazioni, storie, fantasie, memorie e denunce, illustreremo poesie e rappresenteremo immagini riguardo alle politiche del corpo, i movimenti e le persone, le leggende e i luoghi palermitani.

Faremo un esercizio di cambio di lingua, di traduzione dai concetti alle immagini, parleremo una lingua dei segni per mezzo di collage, disegni, foto, tessuti, materiale riciclato. Una stessa storia può essere raccontata da differenti persone, in differenti maniere.

Faremo tanti libri quanto ci permetta il tempo, dipendendo dalla tua immaginazione, ritmo e perfezionismo.

Generiamo immaginari comuni!

UNICO REQUISTO IMPRESCNDIBILE DEL LABORATORIO!!!
portare materiale per te e da compartire: forbici, colle, carta, matite, pittura, graffette, fili, aghi, tinte, smalti per unghie e trucchi, foto tessere, adesivi, candele.
Riciclando fumetti, riviste, flyers, carta della verdureria e i vari fogliettini che si accumulano in tasche e cassetti assurdi, francobolli, giornali, ricordi, lettere e mappe.

DOCUMENTAZIONE
si realizzerà una edizione digitale in pdf del risultato del laboratorio per diffonderlo in internet con licenza creative commons (parleremo anche di questo).

Entrata libera!
 
per info klau@riseup.net










domingo, 22 de mayo de 2011

homenaje

Hoy domingo 22 de mayo en el Live Performance Meeting en Roma.

17h 



vUdu Serial Bitch =
DJ Doroti + Quimera Rosa + VJ Klau Kinki



22h
pornocapitalismo-videoarmsidea


00:30h
pornosonoro


01:30
sesiòn vj videoarmsidea

jueves, 19 de mayo de 2011


Seguendo le manifestazioni spagnole 



Live streaming video by Ustream


L'appuntamento è nelle seguenti città italiane:
- Roma, 20 maggio, piazza di spagna, ore 20.00
- Firenze, 19 maggio, piazza santa rone, ore 20.00
- Bologna, 19 o 20 maggio [INFORMATEVI], piazza di nettuno, ore 20.00
- Padova, 19 o 20 maggio [INFORMATEVI], prato delle valle, ore 20.00
- Milano, 20 maggio, piazza del duomo, ore 19.30
- Torino, 20 maggio, piazza Castello, ore 20
- Pisa, 20 maggio, Piazza Garibaldi, ore 19.30
- Palermo, 20 maggio, Teatro Massimo, ore 20.00.
- Taranto, 20 maggio, centro città, ore 20.00
- Reggio Emilia, 20 maggio, P.zza Prampolini, ore 20.00
- Bari, 20 maggio, piazza Ferrarese, ore 20.00

Vi invitiamo a sviluppare cartelli di protesta. In ogni caso, ciascuno può scrivere ciò che ritiene più opportuno. Vi chiediamo di utilizzare tutta la vostra immaginazione, fare dei manifesti personali, di gruppo, che meglio ci rappresentano. Se potete, portate anche macchine fotografiche o qualsiasi altro dispositivo con il quale possiamo connetteci ai social network

viernes, 13 de mayo de 2011

palermo pride 21 maggio 2011

 
La campagna grafica del Palermo Pride 2011 nasce dalla collaborazione tra ideadestroyingmuros e laboucherie, e dalla partecipazione di numerose persone che hanno aderito alla proposta.
La storia di queste immagini ha inizio con una migrazione: siamo venute a Palermo dalla Spagna, paese dove Brenda è nata e dove invece Chiara e Giulia, cresciute in Italia, hanno deciso di emigrare diversi anni fa.
Con i nostri progetti proponiamo un attivismo artistico e culturale vivendo i/nei movimenti femministi, lesbici, queer, post-porno e post-coloniali. Utilizzando un insieme di diversi linguaggi: dalla performance alla sperimentazione sonora, dal video all’antropologia urbana, dalla traduzione fino alla creazione di teoria e di momenti di confronto.
Sempre ci muoviamo attraversando gli spazi, stiamo nelle strade, nelle università, nei teatri, nei centri sociali o nelle feste, tutti in quanto luoghi di cultura e di vita.
Per quanto riguarda la ideazione della campagna abbiamo attraversato gli spazi contestuali della “canzone popolare” e dei luoghi pubblici della città di Palermo.
Prendendo in considerazione la risaputa strofa “E IU CA SUGNU BEDDA MI VOGGHIU MARITARI”, è stata rifiutata la comune concezione di bella come di bell’aspetto per invece ampliarla a ciò che in ambito degli affetti e delle sessualità viene considerato diverso.
A partire dal ritornello sono state proposte quattro varianti ognuna relazionata a quattro immagini che rappresentano un vivere collettivo in quattro differenti angoli della città.
La ragione per la quale abbiamo pensato allo spazio pubblico è per rompere con il fattore privato degli affetti quindi rivendicare una visibilità reale delle differenze sessuali e di genere, facendone una lotta politica a partire dal personale di ognuno e ognuna.
Inoltre abbiamo vissuto il momento stesso della realizzazione delle foto come momento significativo di tale presenza.
Il fatto che siano foto collettive è innanzitutto un atto di valorizzazione dell’essere in tanti e di voler rappresentare le distinte identità sessuali e le distinte forme di relazione non eteronormative.
Ognuna delle quattro foto esplicita un legame tra un luogo e una lotta:
  • Abbiamo scelto la piazza detta della Vergogna per lo slogan E IU CA SUGNU BEDDA MI VOGGHIU MARITARI in opposizione al “giudizio” delle politiche istituzionali sfumiamo le differenze di genere per rivendicare le unioni di ogni tipo indipendentemente dal sesso assegnato alla nascita;
  • Il giardinetto di piazza Sette Angeli, dietro la cattedrale, è stato scelto per ospitare E IU CA SUGNU BEDDA FIGGHI U NNAiU A FARI?, lì giocano genitori, coppie dello stesso sesso, che sfuggono da ogni imposizione morale, libere di crescere figli e figlie;
  • A piazza Politeama il senso di E IU CA SUGNU BEDDA U MMAIU A AMMUCCIARI sta nel portare ad un piano pubblico tutte le questioni e gli affetti che ancora spesso siamo costretti e costrette a mantenere nel privato delle nostre mura o case;
  • Nel mercato di Ballarò abbiamo scelto di dar luogo allo slogan E IU CA SUGNU BEDDA TUTTO AIU A CANCIARI per essere uno spazio in cui lo sguardo altrui esercita continuamente il giudizio e il potere, ma nonostante questa oppressione possiamo e dobbiamo cambiare questo stato delle cose a partire anche e soprattutto dall’esprimere liberamente la nostra sessualità e le nostre forme di amare e relazionarci!  
 

Ci teniamo a ringraziare tutte le persone che ci hanno regalato la loro presenza, il loro tempo ed i loro sentimenti. Grazie per mostrarci e condividere il coraggio e l’allegria di esprimere liberamente la propria diversità in un contesto palermitano complesso. Grazie per la numerosa partecipazione, senza tante persone non avrebbe avuto senso e grazie Livia/Vesna per accoglierci a Palermo.
Tutti questi incontri hanno del magico e del rivoluzionario!!!

jueves, 5 de mayo de 2011

BARCELONA 1936



Sobre el documental seria interesante hablar juntxs…
maybe estamos en España también por lo que es su historia
y porque su historia ha creado la lucha, el presente, y las personas, que nos gustan...
otra cosa es que todo ha cambiado
además la globalización y la rapidez del sistema capitalista nos obliga a vivir otros contextos (a menudo plurales, superpuestos y simultáneos)...
entonces ser solidarios hoy que quiere decir?
como lo hacemos?
la traducción es uno de los instrumentos que tenemos por serlo?

El documental consta de 30 entrevistas con sobrevivientes anarquistas de la revolución española, cuyo testimonio muestra la labor constructiva de la revolución social y los antecedentes históricos del movimiento libertario español. Esta labor constructiva significó según el documental la organización de colectividades agrícolas de alrededor de 7 millones de campesinos, 3000 fábricas y empresas colectivamente autogestionadas en las ciudades, la unión de 150.000 milicianos anarquistas contra el fascismo, así como las actividades culturales y el movimiento Mujeres Libres de mujeres contra el patriarcado.

Anarquistas entrevistados: Miguel Alba, Ramon Álvarez, Frederico Arcos, Marcelino Bailo, Maria Batet, Severio Campos, Francisco Carrasquer, Miguel Celma, Valerio Chiné; José Espana, Jose Fortea, Juan Giménez, Antonio Lahuerta, Concha Liano, Fidel Miró, Aurora Molina, Heleno Molina, Conxa Pérez, Suceso Portales, Dolores Prat, Ximo Queirol, Maravilla Rodríguez, Juan Romero, Manuel Sanz, Liberto Sarrau, José Sauces, José Serra Estruch, Antonio Turón, José Urzáiz, Antonio Zapata.

lunes, 2 de mayo de 2011

Lampedusa - quando il vento decide devi andare



 Adesso puoi riprendere il volo! Dura solo cinque minuti la cattura degli uccelli migratori: quando si posano sulla terra, vengono presi da piccole reti e poi i ricercatori del progetto di Legambiente li portano alla casa lì accanto, li pesano, li visitano, li "identificano", e soprattutto mettono loro... un anello di riconoscimento con un numero. In tal modo verificano se ritornano nello stesso punto, se al loro ritorno sono dimagriti, e se da Lampedusa si spostano per esempio a Ponza, dove saranno accolti da altri ricercatori: si segue per così dire la loro migrazione, da un posto all'altro in "Europa" si monitorano le condizioni di salute per uccelli che volano da una costa all'altra del Mediterraneo... e si lascia che riprendano a volare!

La presenza di un progetto di ricerca del genere avviene tra le altre piccole isole in tutta Italia anche all'isola di "frontiera" di Lampedusa dove uccelli migratori di speci uniche dall'Africa si posano prima di continuare il percorso. Peccato che la casetta dove i ricercatori di Legambiente lavorano dalle 6h30 del mattino alle 20 attenzionando il loro progetto stoni profondamente con la base dell'Aeronautica militare dalla quale bisogna passare per giungervi e peccato che subito dopo vi sia un'altra base, l'ex base Nato Loran circondata da radar e simil tank sparsi attorno che avvertono "Pericolo alta tensione": oggi centro di primo soccorso e accoglienza per i migranti, anch'essi transitanti nell'isola.

Transitanti da Lampedusa, migranti dall'Africa e da altri continenti, uccelli migratori, con un destino di partenza e di arrivo, ma soprattutto di proseguimento del loro viaggio ben diverso: con una serie di punti interrogativi e iter - iter non solo burocratico - che tra violazioni e passaggi sommari, come quelli avvenuti recentemente per i rimpatri dei tunisini da Palermo, potrebbero improvvisamente variare o prolungarsi inutilmente. Oppure semplicemente l'Italia in base agli accordi stipulati con la Tunisia decide il cambiamento di traiettoria dei "nostri nuovi uccelli". 
Degli 800 sbarcati la sera e la notte tra il 29 e il 30 aprile, un centinaio, dopo vari passaggi dal molo al pullman al centro, sono infine ritornati al porto dove hanno dormito, precisamente hanno dormito alla stazione marittima dove al momento dello sbarco e fino ad un'ora prima erano sistemate le donne coi loro bambini.

Dopo 48 ore di viaggio in mare dalla Libia un gran numero di africani dal Senegal al Benin, egiziani e libici, "libici" dall'accento tunisino e il sorriso di chi mente non volendo dire di essere tunisino per non essere rimpatriato, una "stanza" di pakistani, qualche iracheno da anni in Libia, tutti questi uomini riempono la stazione marittima del porto, ma pare a detta degli operatori di organizzazioni e del centro che questo centinaio sta molto meglio di chi ha dormito al centro, anzi nel cortile di esso, ossia sotto la pioggia impietosa della notte. Dalla barca erano scesi coi vestiti bagnati, al molo hanno ricevuto una coperta e il cambio se possibile, e ora al cortile del centro l'acqua ritorna.

Non dal mare, ma dal cielo.

Al contrario della stazione marittima del porto dove il problema dell'acqua non c'è: il luogo è coperto, non arriva l'acqua della pioggia, il peggio dell'acqua che si tenevano addosso dal mare è passato. Già l'acqua non c'è proprio: nemmeno nell'unico bagno, ormai intasato e infognato dopo che 43 donne e 11 bambini hanno cercato di andarvi.

Ma l'acqua nel bagno della stazione marittima non c'è stata neanche prima. Forse perchè avere l'acqua del bagno sarebbe stato pericoloso: con tutti i fili elettrici scoperti che un operaio riparava mentre un Continente arrivava.

Tutto è cominciato alle 17 del pomeriggio di venerdì 29 aprile.

Ormai da 24 ore il clima è buono, c'è bonaccia, il mare è piatto, la sera prima giovedì sono ripresi gli sbarchi. E naturalmente ce lo aspettavamo. I primi ad aver riaperto la "stagione" sono i 77 tunisini di giovedì 28 aprile dopo che gli sbarchi non avvenivano dal 19 aprile. I tunisini erano di fronte al mare da giorni, pronti a partire, comunicando con gli amici già presenti in Italia ci dicevano: stiamo arrivando. Qualcuno parla italiano, potrebbe aver detto quel "stiamo arrivando" diverse volte nella sua vita e averlo già attuato: ma sono degli accordi e delle leggi a dover farglielo dire per l'ennesima volta. L'importante è che Mohamad sta arrivando per la seconda volta in Italia, questa volta però mi guarda e ride: sono libico. Ah, si Tripoli, allora forse l'italiano lo hai imparato all'Istituto di Cultura Italiana di Tripoli? Dai a me puoi dirlo non sono della polizia e non parlo arabo per spiarti. Ma l'italiano lo ha imparato a Tunisi perchè è in Italia che voleva arrivare.

Sono arrivati, siamo arrivati.

Siamo arrivati al porto per la terza volta tra la sera del giovedì 28, la notte e la mattina del 29 dove altri 9 tunisini silenziosamente si avvicinano alle coste presi dalla guardia costiera. Ma non sono altrettanto silenziosi i 264 africani delle 14 del pomeriggio annunciando definitamente che la "stagione" è cominciata. C'è la stagione che i lampedusani attendono,"li turchi semo rovinati", c'è una stagione di una guerra cominciata dalle coste e che non ha deciso chi ha messo il barcone in pasto al Mediterraneo. Ma che forse il proprietario milanese delle case e degli hotel ha contribuito a creare. L'estate, "semo rovinati" ...le bombe e il tuo voto pure ci hanno rovinati.
Ma dicevo che "tutto" è cominciato in realtà alle 17 del pomeriggio del 29 aprile: la guardia costiera chiama un mediatore di turno la notte successiva per avvertirlo che arriveranno 800 persone. Sono con lui nella mezz'ora di pausa nel suo H24 (ossia la reperibilità 24 ore su 24 nella sua giornata di lavoro) ma già è pure sky tg 24 a dirlo e susseguono le chiamate: per il nuovo "esodo".

I primi arrivano alle 19h45 circa al Molo Favarolo, al Porto Vecchio. Il primo pullman in cui salgono i primi 70 si riempe in fretta ma non c'è il secondo pullman dell'ente gestore che dovrebbe accoglierli e caricarli con sè verso il centro. Allora col vento serale, piacevole forse per chi non ha i vestiti bagnati e non discende da un'imbarcazione di fortuna in cui ha "soggiornato" negli ultimi due giorni, circa un centinaio di persone attendono, con una bottiglia d'acqua e delle fette biscottate.

Dopo un'ora sebbene sia arrivato un secondo pullman ci sono altre trenta persone ad aspettare: non si riesce a lasciarle qua in attesa, ma il pensiero corre ormai ai restanti in arrivo. Qualcuno ci dice di preparare un thè caldo per gli arrivi della sera. La sera, al porto commerciale di Lampedusa, assieme ai soccorsi c'è una parte della società civile, cittadini liberi che distrubuiscono assorbenti, chiedono via telefono di portare pannolini, di raddoppiare le razioni di thè, traducono dall'arabo, dall'inglese, al francese, possibilità richieste sguardi. Forse l'unica cosa impossibile da tradurre sono stati proprio gli sguardi. Gli sguardi di chi è arrivato e spesso chiede: ma dove sono?

Dada voleva assolutamente fare il test di gravidanza. Lo diceva serenamente tenendosi la mano sulla pancia che sì, a vista d'occhio, sembra quella di una gravidanza. Le fa male, ci dice che in effetti da tre mesi non ha le mestruazioni. Vuole fare il test di gravidanza. Le dico che può fare questa richiesta domani quando (forse) sarà nel centro. Ma data l'insistenza chiamo un medico. Dopo qualche domanda il medico le dice ufficialmente che sì è incinta. Le si disegna un sorriso discreto, appena accennato, allora subito le chiedo: are you happy? La discrezione di un sorriso appena disegnato si allarga e si scolpisce nel volto di Dada. Yes I am happy.

Victoire ha vissuto dieci anni in Libia, viene dal Benin, viveva a Bengasi da dove è scappata perchè suo padre è morto e voleva restare più là. Ha terribilmente bisogno di un paio di scarpe perchè ha dei sacchetti attaccati alle caviglie e non ce la fa più. Ha evitato di inserirsi nella ressa appena scoppiata per un paio di pantaloni dalle scatole dei vestiti appena portati dai compagni dell'Askavusa, l'associazione culturale di giovani lampedusani che "dispiega le sue forze" all'occorrenza. Victoire si ferma un attimo a raccontarci. Spera che questa volta questa nuova vita sia davvero una ...Victoire.

Ahmara insiste vivacemente con un poliziotto perchè vuole andare a ripescare il suo trolly e la sua giacca al molo dove le sono state tolti quando hanno diviso donne e bambini dagli uomini. Abbiamo distribuito thè caldo per un'ora ma adesso le donne cominciano ad attivarsi: nella giacca c'era il mio cellulare! Miracolosamente Ahmara accompagnata da Livia riesce a trovare con un intuito magico la sua giacca ed il suo trolly: erano sparsi al molo insieme a tante bottigliette d'acqua ormai vuote, là dove sostavano gli uomini. Ci chiediamo come abbia saputo muoversi in mezzo a tutte quelle giacche bagnate e ormai abbandonate, in mezzo a confezioni di fette biscottate che volavano col vento della notte verso il mare. Ahmara ha in mano il suo cellulare, e sperimenta la sua prima victoire in Italia, dopo aver lasciato acconsentire il poliziotto per correre a cercarlo. Intuito e determinazione, welcome in Italy Ahmara.

Mi porto a questo punto dagli uomini sul molo dopo essere passata una decina di volte avanti indietro per prendere ancora del thè dal thermos di Medici senza frontiere a disposizione di qualche volontario. Abd el-Rahman vuole fare una chiamata, vuole chiamare suo padre che vive da quattro anni in Italia. Ha lasciato il Senegal ed è là con la moglie e altri due fratelli. Gli dico che una volta al centro può avere un colloquio individuale e fare presente questa esigenza. Gli chiedo allora in quale città italiana si trova la famiglia. Mi dice che non lo sa, non se lo ricorda, sa che è in Italia e sa a memoria il suo numero di telefono.

Gli egiziani invece sembrano minori: mi chiedono se possono rimanere in Italia. Cominciamo una discussione con le difficoltà che incontreranno e che non sanno. Ma che inshalla resteranno.

Inshalla su un'isola lunga 11 km da una punta all'altra, larga 3 km nel punto massimo, 20 chilometri quadrati, geologicamente appartenente all'Africa, ci saranno più cittadini e cittadini del mondo che si sentono appartenenti alla terra."Chi è tua madre? Perchè non è la terra? Ri runni si allora?" di dove sei mi chiede Pasquale, un lampedusano che ha girato tutti i continenti in 15 anni di viaggi in mare. Se ci si lamenta è perchè si ha una arancia nella mandibola destra, una ciliegia in bocca, una mela nella mandibola sinistra, e non sanno più che hanno in bocca. Come si fa a essere felice nella vita se non si distinguono più i sapori? Mi immergo nell'ascolto di Pasquale che coinvolge il mio udito, con la difficoltà di capire il dialetto lampedusano tra i suoi baffoni e la voce irrobbustita e raschiata da decenni di fumo. Ma è un ascolto che coinvolge soprattutto la mia vista: le parole di Pasquale, i suoi racconti sono già scritti nella pelle, le rughe che si dipanano dagli occhi sembrano disegnate, incise quasi. Anche i suoi vestiti da pirata mi parlano di lui, e i ciondoli attaccati al collo.

Aspetto che la geografia inventata rispecchi più la geologia della terra. Aspetto di sapere il bambino di Dada cittadino del continente che lo ha partorito come cittadino della terra in cui nascerà. L'isola accoglie anche me, in una settimana di vento in cui nemmeno le navi commerciali sono partite per Lampedusa da Porto Empedocle non portando frutta da Mazara o passeggeri, una settimana come tante in cui quando il vento ha riportato chi fa il liceo ad Agrigento perchè a Lampedusa c'è solo lo scientifico e l'aereo ha riportato i giornali, nella settimana come tante nell'anno in cui lo stesso vento in un'altra costa a 355 chilometri ha lasciato un barcone partire. E sbarcare.

Marta Bellingreri