Estraneo ai circuiti della grande distribuzione, Agosti vive senza rimpianti una rigorosa autonomia artistica e produttiva che è prima di tutto indipendenza di pensiero. Nelle due sale dell’Azzurro Scipioni, che gestisce nel quartiere Prati a Roma, trovano spazio i capolavori della storia del cinema e film scelti tra le produzioni odierne.
"Non ho paura di morire: al mattino vivo l’emozione della nascita, la sera quella dell’addormentamento, piccola allusione che la natura fa alla morte. Chi va a letto dopo una giornata intensa non chiede che di dormire; dopo una giornata scialba invece, dormi sonni inquieti e al risveglio sei un immondo insetto, come Gregor Samsa nella Metamorfosi di Kafka".
A metà degli anni ’70 fece rumore la denuncia di Matti da slegare, film diretto con Marco Bellocchio, Stefano Rulli e Sandro Petraglia, (questi ultimi due, sceneggiatori di "I Cento Passi" di Marco Tullio Giordana) dedicato alla condizione dei malati di mente prima della legge Basaglia. Sulle battaglie del promotore dell’antipsichiatria sarebbe tornato, più poeticamente, nel 2000 con La Seconda Ombra, ma l’opera personalissima e la sensibilità del regista bresciano cominciano prima e guardano al di là di questo soggetto.
Matti da slegare è girato in 16 mm nel manicomio di Colorno e finanziato dalla provincia di Parma, è la riduzione di "Nessuno o tutti", film documento in due parti ("Tre storie", "Matti da slegare") di 100m ciascuna, distribuito nel circuito alternativo di ospedali psichiatrici, scuole, cineclub, circoli politici e culturali. Non ha pretese scientifiche. Non è in senso stretto nemmeno un'inchiesta, ma piuttosto una testimonianza e una denuncia. La tesi è racchiusa nel titolo: i malati mentali sono persone "legate" in molti modi e per diverse cause. Se si vuole curarli (non guarirli, ma almeno impedire che vengano guastati dai metodi tradizionali) occorre slegarli, liberarli, reinserirli nella comunità.
"D'amore si vive", inizialmente concepito per la tv. Girato a Parma e provincia, intervistando sei persone dal profilo molto diverso tra loro, per tentare una riflessione su amore, sesso e tenerezza. Agosti intervista una mamma con un difficile rapporto col sesso, una tossicodipendente, un transessuale, una anziana prostituta, un travestito e un bambino
"Non ho paura di morire: al mattino vivo l’emozione della nascita, la sera quella dell’addormentamento, piccola allusione che la natura fa alla morte. Chi va a letto dopo una giornata intensa non chiede che di dormire; dopo una giornata scialba invece, dormi sonni inquieti e al risveglio sei un immondo insetto, come Gregor Samsa nella Metamorfosi di Kafka".
A metà degli anni ’70 fece rumore la denuncia di Matti da slegare, film diretto con Marco Bellocchio, Stefano Rulli e Sandro Petraglia, (questi ultimi due, sceneggiatori di "I Cento Passi" di Marco Tullio Giordana) dedicato alla condizione dei malati di mente prima della legge Basaglia. Sulle battaglie del promotore dell’antipsichiatria sarebbe tornato, più poeticamente, nel 2000 con La Seconda Ombra, ma l’opera personalissima e la sensibilità del regista bresciano cominciano prima e guardano al di là di questo soggetto.
Matti da slegare è girato in 16 mm nel manicomio di Colorno e finanziato dalla provincia di Parma, è la riduzione di "Nessuno o tutti", film documento in due parti ("Tre storie", "Matti da slegare") di 100m ciascuna, distribuito nel circuito alternativo di ospedali psichiatrici, scuole, cineclub, circoli politici e culturali. Non ha pretese scientifiche. Non è in senso stretto nemmeno un'inchiesta, ma piuttosto una testimonianza e una denuncia. La tesi è racchiusa nel titolo: i malati mentali sono persone "legate" in molti modi e per diverse cause. Se si vuole curarli (non guarirli, ma almeno impedire che vengano guastati dai metodi tradizionali) occorre slegarli, liberarli, reinserirli nella comunità.
"D'amore si vive", inizialmente concepito per la tv. Girato a Parma e provincia, intervistando sei persone dal profilo molto diverso tra loro, per tentare una riflessione su amore, sesso e tenerezza. Agosti intervista una mamma con un difficile rapporto col sesso, una tossicodipendente, un transessuale, una anziana prostituta, un travestito e un bambino
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