martes, 31 de marzo de 2009

¿POSTPORNO o PORNODRAMA?


Performance de PORNOTERRORISMO+VIDEOARMSIDEA
Teatro Pradillo 26 marzo 2009, Madrid.


Por ver las fotos clicar aquífotos carlos darocas

4 comentarios:

HelenLaFloresta dijo...

preciosas, encantadísima de haberos conocido!

celebro vuestro arte, en todos los sentidos

lametazos

Lubna Horizontal dijo...

Gracias nenas, sois una inspiración constante, después de ver las fotos he visto en ellas una energía que es exactamente la que llevo persiguiendo mucho tiempo.

Habéis conseguido romper mi soledad escénica y darme más fuerza que nunca para continuar haciendo cosas. Aunque ahora estoy un poco de bajón por haber estado en ese paraíso artificial conjunto, mañana resucitaré con más fuerza que nunca, en parte gracias a saber que existís y en parte a saber que sois mis compañeras y que vamos a hacer grandes cosas juntas.

os adoro,
Diana

Anónimo dijo...

penso che quello che ho visto non lo dimentichero' mai, perche' mi ha fatto piangere, sentire, riflettere.... una inaspettata fusione di amore che mi ha confuso e eccitato per la forza espressiva e sovversiva, sono cosciente che queste parole arrivano tardi e me ne dispiace.
Non sapevo e non so' quello che piu' mi aveva attratto se il controllo o la rinuncia totale a lui.
Noi siamo indistruttibili e tutto quello che viviamo ci aiuta a capire che dobbiamo andare avanti
e che non si smette di imparare, crescere e cambiare e spero di continuare a crescere sentendovi vicina.
Vi Amo
A*

Anónimo dijo...

lo spazio "drammatico" è lo spazio orizzontale. a differenza della tragedia, che si svolge sulla verticale di un essere finito che tende al divino, alla perfezione ma che sempre cade a terra sotto il peso della sua "imperfezione gravitazionale", il dramma si svolge tutto nell'orizzonte della relazione con l'altro, nello spazio politico. il gesto drammatico non tende al cielo per cadere a terra, come quello tragico, ma tende all'altro, agli altri. il dramma e la commedia "abitano" lo stesso movimento, la stessa azione e lo stesso spazio con differenti conclusioni.
i vostri corpi nudi agenti in scena, sostenuti dalle poesie e dai video che a volte sdoppiano lo spazio e a volte lo tessano in un fitta trama con la vostra carne viva, trasformano la distanza della rappresentazione teatrale nella realtà del dramma che in vita, alcun* tra noi portano e supportano come una missione contro l’appiattimento e la restrizione dell’esistenza in modelli prestabiliti e imposti dal potere.
Quello che fate taglia la compattezza del mio presente (del presente di chi guarda), tesse nella mia testa nuovi fragili pensieri, ne decostruisce di vecchi e poderosi.. crea nuovi sensibilità nel mio corpo affettivo, nuove possibili connessioni.

Venezia.